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di Lillo Montalto Monella

rainews.it, 18 settembre 2023

Udienza per i quattro arrestati a febbraio dalla Guardia di Finanza di Gorizia, tre rumeni e un moldavo. Pagavano 6 euro al giorno ai lavoratori. “Lì dove non c’è buona accoglienza e emarginazione si costruiscono bacini in cui uomini, donne a volte anche minori vengono in realtà impiegati illegalmente con grave pericolo per la loro salute”

Il caporalato è realtà anche in Friuli Venezia Giulia. Dove manodopera irregolare viene impiegata soprattutto nelle aziende vitivinicole per la produzione di vini di altissima qualità. A denunciarlo, Marco Omizzolo, sociologo Eurispes, a Udine per presentare il suo ultimo libro. “Nel Veneto è un fenomeno più stanziale, nel caso del Friuli Venezia Giulia le vittime tendono ad avere un progetto di via di fuga, ambiscono ad entrare in altre regioni o paesi, ma paradossale da vittime grave di grave sfruttamento necessariamente restano vincolate”.

A giorni si terrà la prima udienza per i primi 4 arresti per caporalato in ambito agricolo nella storia della regione. Effettuati a febbraio dalla guardia di finanza di Gorizia. Tre rumeni e un moldavo, reclutavano nelle regioni più povere della Romania. 6 euro a giornata per lavorare alla potatura dei vigneti.

Il capitano Antonino Ingrasciotta spiega perché le indagini nel settore sono così difficili. Non basta dimostrare lo sfruttamento: bisogna dimostrare anche che chi li sfrutta si approfitti di uno stato di bisogno. Per farlo, ci vogliono mesi di lavoro, telecamere infrarossi, intercettazioni, pedinamenti, incrocio dei dati delle posizioni lavorative.

Enrico Sbriglia, presidente dell’Osservatorio regionale antimafia (Ora), indica che immigrazione clandestina e caporalato sono strettamente connesse, ma una risposta solo securitaria non basta: servono azioni di recupero nei confronti di queste persone. “Un elemento utile potrebbe essere la rete del lavoro agricolo di qualità, la certificazione di legalità delle aziende”, suggerisce Stefano Gobbo, Fai Cisl. Una seconda proposta arriva da Omizzolo. “Ci sono processi aperti, le amministrazioni, parti datoriali e sindacali si devono costituire parte civile nei processi - dice - e dare un segnale preciso, noi stiamo dalla parte del diritto e non dei violenti”.