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di Paolo Ciani

huffingtonpost.it, 3 dicembre 2022

Per il personale carcerario è prevista una riduzione per quasi 10 milioni di euro. In un contesto in cui mancano 18mila unità al Corpo di polizia penitenziaria e aumentano drammaticamente i suicidi sia fra i detenuti che fra gli operatori.

Tra le prime vittime della finanziaria c’è sicuramente il sistema giudiziario, in particolar modo quello delle carceri. Per il triennio 2023-25 sono previsti tagli per circa 35 milioni. È prevista una riduzione del personale carcerario per quasi 10 milioni di euro (15.400.237 nel 2024), che interviene su un personale che è già ora insufficiente; tagli al Dipartimento per la giustizia minorile e per le spese legate alle intercettazioni e comunicazioni, depotenziando il ruolo e gli strumenti delle autorità di polizia nel contrasto alla criminalità.

Vi sono tagli alle mense degli operatori del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità di oltre 300mila euro nel 2023.

Ricordo il prezioso lavoro che svolgono gli operatori per contrastare, prevenire tutto il disagio giovanile, per sostenere percorsi alternativi alla devianza, per evitare il carcere e le sue conseguenze. Tutto ciò a fronte di 18mila unità mancanti al Corpo di polizia penitenziaria, i tanti e drammatici suicidi sia fra i detenuti che fra gli operatori, oltre 70 da inizio anno, strutture degradanti, penuria e inefficacia di automezzi, equipaggiamenti e strumentazioni per non parlare delle condanne della Corte Europea per i trattamenti inumani e degradanti o le ingiuste detenzioni nelle carceri del nostro Paese.

Per avere contezza di questa drammatica situazione basterebbe visitare un carcere, parlare con gli operatori o leggere i numeri. I numeri non sono di destra o di sinistra. Conoscere il cd “pianeta carcere” vuol dire saper dare risposte e un segnale importante ad un pezzo d’Italia che da troppo tempo aspetta.

La situazione è peggiorata dopo due anni di Covid e le pesanti conseguenze vissute per lo stop delle visite/colloqui ai detenuti e per chi ci lavora e le previsioni non sono migliori perché peggiorerà dal momento che gli operatori della sicurezza e del trattamento della Polizia Penitenziaria che vanno in pensione sono di più dei nuovi agenti, perché i Direttori delle carceri sono senza contratto di categoria dal 2006 e hanno funzioni e responsabilità importanti e non ci sono per tutte le carceri, infine perché proprio da questa maggioranza di Governo c’è la richiesta di più carcere, nuovi reati e meno misure alternative. Questo governo promette più carcere ma con meno operatori: un disastro.