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di Rosario Di Raimondo

La Repubblica, 1 marzo 2024

“A fronte di una società dove esplode il disagio il carcere non è la soluzione”, dice Maria Carla Gatto, presidente del tribunale per i minori di Milano. Serve una rete tra le comunità, che devono accogliere più educatori “esperti” e mediatori, il territorio e i “tutori volontari”, persone che si prendano cura e “accompagnino” i minori stranieri non accompagnati. Non solo: servono più magistrati e personale amministrativo, “perché siamo in grande affanno”.

Presidente, perché servono i tutori volontari per i minori stranieri non accompagnati?

“Hanno un ruolo importante che potrebbe aiutare questi ragazzi con storie difficili, vissuti traumatici, dipendenza da sostanze, che hanno bisogno di essere guidati in un percorso, inseriti in un contesto diverso: culturale, di valori, di regole. La cosa migliore è quella di accompagnarli con una persona che faccia da tutore. Credo molto in questa funzione”.

Di cosa si occupano?

“Prendono contatto con i minori in comunità. Li seguono: accertano la possibilità di un inserimento nei corsi di italiano, cercano di farli partecipare ai corsi di formazione, seguendo inclinazioni o esperienze lavorative già acquisite, si adoperano per facilitarli nell’ottenere documenti e permessi, controllano se i contesti dove vivono sono adeguati. Li aiutano nella loro quotidianità e a pensare al loro futuro”.

Qual è il fine?

“Se un minore è seguito, è più difficile che venga coinvolto in una rete di criminalità. Se invece è senza punti di riferimento, se non è inserito in un contesto sociale, diventa una facile preda. Parliamo di un mondo complesso, in crescente difficoltà, come dimostrato dal fatto che un numero sempre maggiore di ragazzi diventa visibile solo quando viene arrestato, al momento della commissione di un reato. Questa è la preoccupazione. E il carcere non è la soluzione”.

Quanti sono oggi i tutori?

“Sono 379, ho emesso l’ultimo decreto lo scorso 6 novembre con cui ho aggiornato l’elenco dei nuovi volontari formati. Aggiungo che, nonostante l’importanza dei tutori, dispiace che ancora oggi non godano del supporto necessario: devono sostenere personalmente le spese e non godono di alcuna agevolazione”.

Un’aspirante tutor, che ha già svolto il corso e ricevuto l’attestato di idoneità a inizio novembre 2023, ha raccontato al nostro giornale di non essere stata ancora nominata formalmente dal tribunale per i minori. Perché?

“Il nominativo della signora non è ancora arrivato alla nostra attenzione. Il suo nome non era nell’elenco trasmesso dal Garante dell’infanzia della Regione Lombardia, tenuto per legge all’attività di formazione e selezione. Naturalmente, se selezionata e formata, quando l’elenco verrà trasmesso avrà presto l’opportunità di ricoprire questo incarico”.

Poi che cosa succede?

“L’elenco dei tutori comprende tutto il territorio lombardo del distretto di Milano. Il tutore viene abbinato tenuto conto del luogo di residenza, della professione, delle lingue che conosce, della disponibilità. Il tutto per favorire poi il miglior abbinamento con i ragazzi”.

Qual è la situazione dei minori stranieri non accompagnati in Lombardia?

“Molto complessa, confermata dai dati contenuti nella relazione dell’inaugurazione dell’ultimo anno giudiziario. I detenuti stranieri nell’Ipm Beccaria sono stati 229, di cui 130 minori non accompagnati a fronte degli appena 37 dell’anno precedente. I minori in comunità sono stati 252, di cui 88 stranieri non accompagnati, a fronte dei 44 di prima”.

Oltre ai tutor serve altro...

“Servono delle riflessioni. Certamente occorre una risposta di rete. L’intervento dei tutori non è risolutivo. Ci vorrebbero anche comunità con caratteristiche diverse, con educatori esperti e mediatori culturali e una molteplicità maggiore di risorse sul territorio”.

L’altro ieri sono stati arrestati cinque minori stranieri non accompagnati. Avevano commesso una serie di rapine. Qual è l’impatto sulla vostra organizzazione?

“Siamo in grandissimo affanno. La settimana scorsa abbiamo avuto nove arresti, questa settimana siamo già oltre dieci. E siamo sotto organico: manca il 23 per cento dei magistrati e oltre il 35 per cento del personale amministrativo. Questo a fronte di una società dove il disagio giovanile sta esplodendo”.