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di Silvia Fumarola

La Repubblica, 11 dicembre 2022

Il conduttore fu arrestato il 17 giugno 1983 e, nel 1985, condannato a dieci anni di carcere per traffico di stupefacenti e associazione a delinquere. Solo nel 1986 la sentenza viene ribaltata. Del caso di Enzo Tortora, vergogna della giustizia italiana, si era occupato di recente anche Ossi di seppia, la serie proposta su RaiPlay. C’è un prima e un dopo: le parole di Raffaele Della Valle, avvocato difensore e amico del presentatore, in quella puntata che ricostruiva la vicenda, lasciano il segno. “Non era un errore giudiziario, era un orrore giudiziario”. Sono passati quarant’anni e adesso anche il regista Marco Bellocchio, che ha debuttato con una serie tv sul caso Moro, annuncia agli Efa, gli Oscar euroepi, che sta preparando un progetto su Tortora.

Il caso è clamoroso: il 17 giugno 1983 Tortora viene arrestato e il 17 settembre 1985 condannato a dieci anni di carcere per traffico di stupefacenti e associazione a delinquere di stampo camorristico. Niente di quello che dichiarano i suoi accusatori è vero, Tortora vive un calvario giudiziario. Fino al processo d’appello del 1986 che ribalta la sentenza di primo grado, con l’assoluzione piena confermata in Cassazione l’anno successivo.

Le figlie del giornalista, Gaia e Silvia (scomparsa il 10 gennaio 2022), combattono a fianco del padre, segnato dal carcere, dal dolore, dall’incomprensione, da un linciaggio mediatico senza precedenti. Tortora si lega al Partito radicale, la sua battaglia per la giustizia è totale, ascolta i carcerati. Tornò in televisione il 20 febbraio del 1987, ricominciando il suo Portobello. Il ritorno in video fu toccante, accolto da una lunga standing ovation.

“Dunque, dove eravamo rimasti? Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche”, esordì. “Una me la consentirete: molta gente ha vissuto con me, ha sofferto con me questi terribili anni. Molta gente mi ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me, e io questo non lo dimenticherò mai. E questo ‘graziè a questa cara, buona gente, dovete consentirmi di dirlo. L’ho detto, e un’altra cosa aggiungo: io sono qui, e lo so, anche per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti, e sono troppi. Sarò qui, resterò qui, anche per loro. E ora cominciamo, come facevamo esattamente una volta”.

Tortora morì a 59 anni la mattina del 18 maggio 1988 nella sua casa di Milano, stroncato da un tumore; i funerali - cui parteciparono tra gli altri Marco Pannella, Enzo Biagi, Piero Angela - si tennero nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano.