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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 30 settembre 2023

La nuova circolare stabilisce criteri e processi chiari per velocizzare i trasferimenti, ma non fa altro che alimentare “la girandola dei detenuti”.

“Trasferimento più celere per i detenuti violenti”: questo è il contenuto della nuova circolare del Dap illustrata dal sottosegretario della giustizia Andrea Ostellari, incontrando i Provveditori regionali dell’Amministrazione Penitenziaria, insieme al Capo del Dipartimento, Giovanni Russo, e al Direttore Generale dei Detenuti, Gianfranco De Gesu. Si tratta di una circolare emanata di recente dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) che mira a trasferire più rapidamente a carceri diverse i detenuti più problematici. Ma è davvero questa la soluzione migliore per i detenuti violenti? I fatti sembrano suggerire di no, poiché si tratta soltanto di rimandare il problema a qualcun altro.

“Chi compie azioni violente a danno di altri detenuti, degli agenti in servizio e del personale sarà trasferito, anche fuori Regione, con celerità ed efficacia”, ha spiegato il sottosegretario Ostellari a proposito del nuovo strumento messo a disposizione dei direttori e dei provveditori regionali. Vediamo il contenuto della circolare da poco emanata che Il Dubbio ha potuto visionare. In sostanza stabilisce chiaramente i criteri e i processi che le direzioni delle carceri devono seguire per garantire una gestione più efficace dei detenuti problematici.

In base a questa circolare, le Direzioni delle carceri hanno l’obbligo di richiedere tempestivamente il trasferimento dei detenuti considerati pericolosi. Questa richiesta deve essere inoltrata ai competenti Provveditorati regionali o alla Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento, secondo il circuito di appartenenza del detenuto. La richiesta deve essere supportata da prove concrete, specialmente nei casi in cui i detenuti hanno commesso gravi aggressioni contro il personale penitenziario, medico, infermieristico o contro altri detenuti.

La circolare specifica anche che se un detenuto commette ripetute aggressioni gravi o se un istituto carcerario non è in grado di gestire situazioni di pericolo a causa di individui o gruppi particolarmente pericolosi, il Provveditorato può richiedere il trasferimento del detenuto. Questa richiesta deve essere motivata e inoltrata alla Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento, e può essere effettuata anche in deroga al principio di territorialità.

Ma accelerare i trasferimenti dei detenuti problematici risolverà veramente il problema? Non sembra, poiché il sistema penitenziario italiano non è attrezzato per gestire detenuti problematici. Il carcere è aggravato da due fattori. Uno da un mancato adeguamento del sistema penitenziario e dei servizi sanitari alla chiusura degli ospedali psichiatrici , l’altro fattore è stata proprio una circolare del Dap del 2019 che è diventato un altro motivo di girandola dei detenuti per gli istituti.

Parliamo di una circolare che aveva disposto la possibilità di traferire i detenuti per motivi di sicurezza. Ma cosa ha provocato? Il detenuto che compie violenza è giusto che venga punito, ma se tali eventi debbano essere sempre causa di trasferimenti, vuol dire rimandare il problema ad altri. Una situazione che riguarda quasi esclusivamente i detenuti che sono in media sicurezza, spesso quelli più disperati che non avendo nessuna speranza, utilizzano metodi di protesta per farsi sentire. Un problema che riguarda principalmente i detenuti stranieri che, in mancanza di mediatori culturali e altre figure importanti per rapportarsi con loro, si sentono lasciati soli.

Ora la nuova circolare dovrebbe semplicemente accelerare l’iter. Oltre che a rimandare il problema del detenuto “violento” ad altri istituti penitenziari, Gennarino De Fazio, Segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, fa notare a Il Dubbio che consente a qualche detenuto se stare o meno in un dato carcere e obera la polizia penitenziaria per le traduzioni. In effetti, potrebbe diventare un modo di farsi trasferire e magari rifarlo ancora. Non è un caso che nella nuova circolare sottolinea anche l’importanza della verifica accurata delle informazioni fornite. Le Direzioni delle carceri -  ordina il Dap - devono assicurarsi che la violenza perpetuata da un detenuto sia genuina e non un tentativo da parte del detenuto di ottenere un trasferimento in una struttura di sua preferenza. Questo richiede un’analisi attenta e oggettiva delle relazioni di servizio e delle prove nel fascicolo del detenuto.

Rimane il problema che un ulteriore velocizzazione della pratica, non fa che alimentare “la girandola dei detenuti”. Senza contare che i trasferimenti avvengono anche nei confronti dei detenuti che non sono violenti, ma che sono considerati scomodi dalle direzioni degli istituti penitenziari, ad esempio perché si attivano per reclamare i propri diritti. Ma questa è un’altra storia ancora.