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di Mario Di Vito

Il Manifesto, 27 settembre 2023

Il voto previsto per domani. Resta in sospeso il discorso sui trojan, Nordio prepara una proposta. Arriva oggi in aula alla Camera il decreto intercettazioni che la settimana scorsa ha fatto non poco penare la maggioranza, con uno scontro quasi frontale tra Forza Italia e FdI a colpi di emendamenti e trattative per farli ritirare.

Per oggi è prevista solo la discussione generale in mattinata, al termine della quale il governo metterà la fiducia sul provvedimento. Domani, infine, si procederà con le dichiarazioni di voto e poi la chiama nominale per l’approvazione definitiva. Il punto più rilevante del decreto riguarda l’estensione dell’uso delle intercettazioni oltre i reati di mafia: il tema, nato dopo che lo scorso agosto il governo si era interessato a una sentenza di Cassazione del marzo 2022, ha portato alla decisione di consentire l’uso di questo strumento investigativo anche ai reati semplicemente aggravati dal metodo mafioso.

Il vero punto del contendere, dal quale è disceso lo scontro sia interno alla maggioranza sia tra la maggioranza e le opposizioni, è però il divieto di trascrizione delle intercettazioni non rilevanti ai fini delle indagini. Per il Pd questo dettaglio sarebbe addirittura di dubbia costituzionalità perché andrebbe a ledere il diritto alla difesa. Forza Italia, dal canto suo, aveva dato battaglia su vari punti, ottenendo infine l’accordo su due emendamenti: uno sulla non trascrizione delle conversazioni irrilevanti e un altro sulla necessità da parte dei pm di motivare in maniera specifica i motivi per i quali si chiede di intercettare un indagato. Enrico Costa, di Azione, dal canto suo ha portato a casa un emendamento che imporrà alle procure di indicare il costo totale delle intercettazioni al termine del provvedimento. Sospeso, almeno per il momento, il discorso sui trojan, i malware che consentono il controllo a distanza dei dispositivi mobili: il ministero della Giustizia formulerà una proposta in materia nei prossimi mesi.