sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 17 gennaio 2024

Un aumento significativo delle morti in carcere, con un sovraffollamento medio del 127,54% che raggiunge il 232,10% in alcuni istituti, come San Vittore a Milano. Una importante criticità della detenzione in media sicurezza è rappresentata dal fatto che le persone detenute in questa categoria sono costrette a rimanere chiuse nelle camere di pernottamento se non sono impegnate in attività. Questo, in alcuni casi, può portare a situazioni di detenzione inumane e degradanti. A lanciare l’allarme è il collegio del Garante Nazionale delle persone private della libertà, composto dal presidente Mauro Palma e dalle componenti Daniela de Robert ed Emilia Rossi, che sono ancora in carica in attesa che si perfezionino le procedure di insediamento del nuovo collegio. I tre hanno sentito la responsabilità di onorare il loro compito di prevenire le violazioni dei diritti umani a fronte di questa vera e propria emergenza.

Il Garante denuncia una situazione critica nelle patrie galere, con 18 decessi registrati nei primi 14 giorni del nuovo anno e un sovraffollamento del 127,54%. L’organo di vigilanza sottolinea la necessità di provvedimenti urgenti per evitare violazioni dei diritti delle persone detenute e per affrontare la grave situazione. La sequenza di morti in carcere ha destato grande preoccupazione, con quattro persone che si sono suicidate nei primi nove giorni di gennaio. Tra questi tragici eventi, emerge il caso di un detenuto ad Ancona, entrato in carcere a settembre per la revoca della detenzione domiciliare e che avrebbe dovuto uscire ad agosto di quest’anno. La penultima vittima, detenuta a Cuneo, si è tolta la vita appena 13 giorni dopo il suo ingresso in prigione il 28 dicembre.

Le 14 morti catalogate come “morti per cause naturali” aumentano ulteriormente la gravità della situazione. Questi dati allarmano il Garante Nazionale, che sottolinea la similitudine con il triste andamento del 2022, quando si registrarono 85 suicidi nell’arco dell’anno, di cui 8 solo nel mese di gennaio, e precisamente 5 nei primi 14 giorni. Il sovraffollamento carcerario rappresenta un fenomeno in atto da un anno, con una crescita accelerata rispetto agli anni precedenti. Alla fine del 2022, la popolazione detenuta era aumentata di circa 2000 unità rispetto a dicembre 2021, ma al 30 dicembre 2023, l’aumento registrato è stato del doppio, con circa 4000 persone in più. Negli ultimi tre mesi, l’incremento è stato di 1196 presenze, quasi 400 al mese.

L’indice attuale di affollamento carcerario, al 14 gennaio 2024, raggiunge il 127,54%, con 60.328 detenuti rispetto ai 47.300 posti disponibili. Alcuni istituti, come la Casa circondariale di San Vittore a Milano, presentano un sovraffollamento del 232,10%, mentre la Casa circondariale di Canton Mombello a Brescia ha un tasso del 204,95%, e quella di Lodi del 204,44%, e Foggia del 195,36%.

La criticità della densità della popolazione detenuta è aggravata dalla modalità di attuazione della nuova disciplina della detenzione della media sicurezza. La carenza di attività nelle carceri determina la permanenza delle persone nelle celle, spazi che in alcuni istituti sono inferiori ai limiti stabiliti dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, configurando una forte presunzione di trattamento inumano, violando l’articolo 3 della Convenzione, il quale non ammette deroghe, nemmeno in situazioni eccezionali.

Come già detto in premessa, il Garante Nazionale, pur in attesa delle procedure di insediamento del nuovo Collegio per il prossimo quinquennio, sottolinea la necessità di agire immediatamente per prevenire violazioni dei diritti delle persone detenute. Il Garante avverte che il problema del sovraffollamento non può aspettare progetti edilizi a lungo termine, né risolversi con l’aggiunta dei nuovi 8 padiglioni previsti dal precedente governo nel Pnrr, i quali potrebbero ospitare non più di 640 persone, una cifra irrisoria rispetto all’eccedenza attuale di 13.000 detenuti rispetto ai posti disponibili.

Il Garante Nazionale raccomanda l’adozione urgente di misure di deflazione della popolazione detenuta, simili a quelle introdotte con il decreto- legge 23 dicembre 2013 n. 146, pur di durata temporanea. Inoltre, suggerisce di avviare rapidamente una previsione normativa per una modalità diversa di esecuzione penale per le persone condannate a pene brevi, inferiori ai due anni di reclusione, che oggi contano più di 4000 unità, attuando un forte rapporto territoriale e recuperando strutture demaniali già esistenti.

Queste misure, secondo il Garante Nazionale, potrebbero riportare il sistema carcerario al rispetto della dignità della vita delle persone detenute e alla finalità risocializzante della pena, contribuendo anche a prevenire il disagio che spesso si cela dietro gli atti di suicidio in carcere.

La responsabilità di agire con urgenza è ora nelle mani delle Autorità competenti. Saranno sordi e continueranno a ripetere il vecchio mantra delle costruzioni di nuove carceri, come ha fatto la presidente Giorgia Meloni alla conferenza stampa di fine anno? Nell’attesa, si spera che il nuovo garante nazionale, che presto assumerà il ruolo e rimarrà in carica per cinque anni, prosegua la linea tracciata dall’importante lavoro iniziato fin dalla sua istituzione. In questi sette anni, il Garante ha dimostrato di essere obiettivo e indipendente rispetto ai vari governi succeduti. Come auspicato dallo stesso Palma durante l’ultima relazione annuale, il collegio che prenderà il loro posto dovrà garantire la continuità, pur nelle differenze che il carattere e le culture di ognuno di noi possono porre, del cammino avviato “proprio perché non si tratta di esprimere una posizione politica, bensì di adempiere a una funzione di garanzia”. E ha sottolineato: “La politica aiuta, coopera, ma non detta regole alle Istituzioni di garanzia”.