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di Gabriella Cerami

huffingtonpost.it, 30 gennaio 2023

“Lo Stato non scende a patti con chi minaccia”. La reazione dell’esecutivo all’escalation della minaccia anarchica avviene alzando il livello di sicurezza delle sedi diplomatiche e affermando la linea dura: “Non ci faremo intimidire, tanto meno se l’obiettivo è allentare il carcere duro ai terroristi”. Il medico lancia un nuovo allarme per la salute del detenuto.

“Lo Stato non scende a patti con chi minaccia”. Palazzo Chigi dirama una nota per assicurare agli anarchici che se attraverso gesti intimidatori pensano di aprire uno spiraglio affinché venga rivisto il regime carcerario di Alfredo Cospito troveranno un muro. Il Governo sta innalzando il livello di sicurezza delle sedi diplomatiche e terrà la linea dura contro gli autori di gesti violenti. Prima Palazzo Chigi, poi il Viminale, condannano l’escalation di violenze e assicurano che non si faranno intimidire. “Tanto meno se l’obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici” afferma la presidenza del Consiglio. Non c’è spazio per la revoca del 41 bis per Alfredo Cospito, nonostante le gravi condizioni di salute a seguito di un prolungato sciopero della fame richiederebbero il trasferimento in una struttura idonea, richiesta avanzata con urgenza anche dal Garante dei detenuti. Cospito è detenuto in regime di carcere duro a Sassari per avere gambizzato nel 2012 Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. In carcere è stato accusato anche di aver piazzato due ordigni a basso potenziale vicino la Scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo), nella notte tra il 2 e il 3 giugno del 2006, che non ha provocato vittime o feriti.

Il medico di Alfredo Cospito lancia un ulteriore allarme sulle condizioni di salute del detenuto, che “ ha valori di potassio molto bassi e ha perso un ulteriore chilo, ora pesa 73 kg. Abbiamo aumentato la terapia per evitare aritmia e fibrillazione cardiaca che potrebbero essergli fatali. Va trasferito in una struttura adeguata”. Una nuova visita medica è prevista per il 2 febbraio. Il legale che difende l’anarchico, Flavio Rossi Albertini, afferma inoltre che il governo “sembra fermo a marzo del 1978, qui non si discute se cedere alle pressioni ma se ricorrono le condizioni per sottoporre e mantenere Alfredo Cospito al 41 bis. Non è una questione di muscoli, ma di diritto”.

Dentro e fuori i confini italiani l’escalation di matrice anarchica si arricchisce giorno dopo giorno di atti dimostrativi e violenti. Prima ad Atene quando il 2 dicembre scorso fu data alle fiamme l’auto della diplomatica Susanna Schlein, sorella della candidata alla segreteria del Pd Elly Schlein. A fine dicembre poi era stata inviata una lettera contenente un proiettile al procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, colui che ha chiesto l’ergastolo per Cospito. Il clima si è fatto sempre più incandescente finché nella notte tra venerdì e sabato sono stati portati altri due attacchi contro la diplomazia italiana a Barcellona e a Berlino.

Tutti di chiara matrice anarchica. Altre azioni si sono segnalate in questi mesi a Bari, Cagliari, Napoli, Milano, Bologna e Torino, dove sabato è stato bruciato un ripetitore sulla collina. Le manifestazioni sono arrivate anche nella Capitale. Una molotov è stata lanciata nella notte contro il distretto di polizia Prenestino a Roma, mentre scontri tra forze dell’ordine e manifestanti si sono verificati durante un corteo a Trastevere, con 41 persone denunciate. Di oggi la notizia di una busta con un proiettile indirizzata al direttore del quotidiano Il Tirreno, Luciano Tancredi, che contiene anche minacce ai magistrati: “Se Alfredo Cospito muore i giudici sono tutti obiettivi. Due mesi senza cibo. Fuoco alle galere”. Il messaggio firmato con una A maiuscola.

La risposta di Palazzo Chigi fa il paio con il comunicato del Viminale, in cui si afferma che “lo Stato non si lascerà mai intimidire e condizionare da queste azioni del tutto inaccettabili, nella convinzione che nessuna rivendicazione o proposta possa essere presa in considerazione se viene portata avanti col ricorso a questi metodi, ancor più se rivolti contro le forze dell’ordine”, scrive il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi esprimendo “solidarietà” alle forze di polizia che “fronteggiano” chi “immagina di utilizzare la minaccia e la violenza come metodo di condizionamento delle istituzioni”.

Piantedosi, spiega il Viminale, è in costante contatto con il capo della Polizia Lamberto Giannini e in settimana terrà un incontro con i vertici e gli esperti dell’intelligence per analizzare quanto accaduto negli ultimi giorni. L’obiettivo è studiare quali possono essere gli obiettivi sensibili e decidere come agire. Intanto, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervistato su Raitre nel corso di “Mezz’ora in più” segnala che la Farnesina ha “reagito sin dall’inizio, elevando la sicurezza in tutte le ambasciate italiane nel mondo”.

Al tempo stesso, “polizia e elementi della Guardia di finanza impegnate nel contrasto alla criminalità internazionale collaborano con le polizie dei Paesi ospitanti per un adeguato scambio di informazioni”. Il ministro si dice “convinto che la rete sia stata messa in sicurezza, ma che è bene comunque non abbassare la guardia”, perché, pur senza “esagerare nell’allarme”, è importante tutelare la sicurezza delle persone che lavorano nelle sedi diplomatiche senza cedere alle richieste degli anarchici.