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di Francesco Grignetti

La Stampa, 21 settembre 2023

Giorgia Meloni aveva detto fin da subito che i nuovi Cpr, i Centri per la permanenza e il rimpatrio degli stranieri clandestini, sarebbero stati realizzati dalla Difesa. La premier aveva detto anche che verranno realizzati in aree poco abitate e facilmente “perimetrabili”. Ed eccoci ai passi concreti.

In Gazzetta ufficiale è stato pubblicato un emendamento governativo al decreto Sud che svela le reali intenzioni di palazzo Chigi: i Cpr sono dichiarati “opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale”. Ciò significa che tutta la materia dei Centri viene tolta alla concertazione tra Stato e Regioni, queste ultime, come anche i Comuni, sono escluse da ogni processo decisionale; sarà il tavolo interministeriale tra Interno e Difesa a scegliere dove e come farli.

Alla fine, sarà il Viminale a decidere, attraverso il commissario straordinario, il prefetto Valerio Valenti, come è ovvio che sia. E infatti è filtrata la voce che il ministro Matteo Piantedosi abbia già sentito il governatore Arno Kompatscher, annunciandogli che nell’area di Bolzano sorgerà un centro da 50 posti. Un Cpr analogo sarà realizzato vicino Trento. E un altro ancora a Ventimiglia.

“Resistenze ci saranno, ma noi dialogheremo con tutti. Lo faremo però cercando di imporre la linea del governo”, ha annunciato Piantedosi, parlando a “Cinque minuti” su Raiuno. Quanto sia importante per il governo questa accelerazione sui nuovi Cpr è reso evidente anche da uno stanziamento straordinario di 20 milioni di euro a beneficio della Difesa, che quanto prima metterà al lavoro il Genio militare per risistemare vecchie caserme o aree dismesse.

In questo senso, però, le forze armate saranno soltanto il braccio operativo che permetterà di tagliare sulle procedure, sui tempi e sui costi. Lo precisa anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto: “La sorveglianza e la collocazione dei Cpr sul territorio nazionale non competono alla Difesa”. Tantomeno spetterà ai soldati la vigilanza dei Cpr, pur con l’etichetta di “opere destinate alla difesa e alla sicurezza nazionale, che resterà in capo alle forze di polizia.

“La Difesa - dice ancora Crosetto - è uno strumento. Non è tra le parti che decidono dove fare, o coordinano, o trattano. Aspettiamo un piano. E la Difesa non è in gioco fin quando non c’è un piano”. La “rivolta” dei Governatori, sia di centrosinistra che di centrodestra, insomma, è travolta sul nascere. Obiettivo di Giorgia Meloni è avere davvero almeno 21 Cpr, uno per Regione, dove rinchiudere gli espellendi fino a 18 mesi. Sulla Gazzetta ufficiale è scritto anche che i migranti irregolari potranno essere trattenuti fino a un massimo di 18 mesi, con proroghe di 3 mesi in 3 mesi, convalidate dal giudice su richiesta del questore, “qualora l’accertamento dell’identità e della nazionalità” o “l’acquisizione di documenti per il viaggio presenti gravi difficoltà”.

La durata massima del trattenimento in regime di detenzione amministrativa vi sarà nel caso di “mancata cooperazione da parte dello straniero” o “ritardi nell’ottenimento della necessaria documentazione dai Paesi terzi”. Spiegazione informale del governo: troppo spesso il clandestino non coopera, nascondendo le sue generalità e la nazione di origine, perché conta che al termine dei 3 mesi, come era fino a qualche tempo fa, tutto finisca nel nulla; se la prospettiva è di restare rinchiusi 18 mesi, si ritiene a palazzo Chigi, probabilmente faranno meno resistenze.