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di Maurizio Carucci

Avvenire, 16 novembre 2023

Solo una minima parte dei quasi 60mila detenuti (il 5,4%) partecipa a programmi di formazione professionale. Sebbene il tasso di recidiva scenda al 2% per chi impara un mestiere. Dignità e speranza per chi ha sbagliato e vuole ricominciare sul binario giusto. Con questo spirito Intesa Sanpaolo e Caritas italiana dedicano ai detenuti la nuova edizione del programma di azione contro la povertà: Aiutare chi aiuta. L’attenzione è puntata sui quasi 60mila detenuti, in carceri dove il sovraffollamento raggiunge il 116%, secondo i nuovi dati del ministero della Giustizia. Solo una minima parte, il 5,4%, partecipa programmi di formazione professionale, eppure “il tasso di recidiva tra i detenuti che non sono coinvolti in programmi di reinserimento è pari al 70%, e scende al 2% se consideriamo soltanto i detenuti che hanno appreso un lavoro in carcere.

Questo ci ha portato insieme a Caritas italiana a valutare un intervento specifico in questo campo”, spiega il responsabile Direzione centrale strategic intiatives and social impact di Intesa Sanpaolo Paolo Bonassi. La cabina di regia tra Intesa Sanpaolo e Caritas italiana ha individuato così nelle prigioni il nuovo ambito prioritario su cui intervenire. Questa partnership “strategica”, secondo il direttore Caritas Italiana don Marco Pagniello, rappresenta “un esempio di coprogettazione virtuosa fra enti non profit e organizzazioni profit”.

Per questo motivo, Manpower, Fondazione Human Age Institute e Fondazione Severino Onlus hanno sottoscritto un protocollo di Intesa per promuovere iniziative congiunte finalizzate a formare detenuti ed ex-detenuti e ad agevolarne l’inserimento nel mercato del lavoro. L’accordo prevede che Manpower, in collaborazione con Fondazione Human Age Institute e Fondazione Severino, agevolino l’accesso al lavoro di persone detenute ed ex-detenute attraverso un’attività di supporto e selezione di lavoratori. Inoltre, Manpower si occupa anche della predisposizione e programmazione di corsi formativi rivolti alle persone detenute con l’obiettivo di fornire loro strumenti volti a un pieno reinserimento nella società. Fondazione Severino individua, in particolare, i soggetti ristretti che parteciperanno ai corsi di formazione e i candidati più adatti alle varie opportunità lavorative e fornisce assistenza sulla normativa che regola i benefici fiscali e previdenziali per le imprese che danno lavoro a detenuti.

Sono davvero numerose le buone pratiche nei penitenziari italiani. Di recente, per esempio, è stato inaugurato Pastificio Futuro, il laboratorio artigianale all’interno del complesso del carcere minorile di Casal del Marmo a Roma, ma con entrata autonoma. Un’idea nata dopo la prima visita di Papa Francesco alla struttura detentiva, nel 2013, quando scelse di lavare i piedi, nel Giovedì Santo, ai minori reclusi. “Non lasciatevi rubare la speranza”, aveva detto loro. Parole che non sono cadute nel vuoto e che hanno portato alla costruzione del pastificio nei locali di un edificio da anni in disuso. A realizzarlo la Gustolibero Società Cooperativa Sociale Onlus, con il sostegno della Conferenza episcopale italiana e di Caritas italiana e in sinergia con la Direzione dell’Istituto Penale Minorile Casal del Marmo, il Centro della Giustizia Minorile Lazio-Abruzzo-Molise, il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità. Con i suoi 500 metri quadrati di superficie, una pressa che può produrre fino a 220 chilogrammi all’ora di pasta e quattro essiccatori, Pastificio Futuro è un’azienda che potrebbe occupare fino a 20 ragazzi. La pasta verrà venduta in alcune catene di supermercati con cui abbiamo preso contatti - sottolinea don Nicolò Ceccolini, cappellano di Casal del Marmo - nonché servita in alcuni ristoranti di livello, perché è una pasta di elevata qualità.

Dare delle prospettive future a questi ragazzi è molto importante, può incentivare anche altri loro coetanei che si trovano in carcere a fare un percorso, dare loro un obiettivo. È una bella opportunità perché devono comunque uscire dal carcere, in quanto il laboratorio è esterno alla zona detentiva, seppure all’interno della cinta muraria”. Per la prima volta in Italia, il carcere diventa protagonista e destinatario di una formazione altamente innovativa e specializzata che verte sui temi della robotica, dei sistemi di automazione e dei linguaggi di programmazione. Presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, infatti, ha preso avvio un progetto finanziato dalla Città di Torino e rivolto a detenuti “dimittendi”, cioè con fine pena residuo non superiore ai 24 mesi, che vengono formati alle discipline Stem (in particolare Matematica, Robotica e Programmazione), all’uso e alla programmazione di robot industriali, al coding e alla saldatura robotizzata. Il progetto vede come capofila la Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri, che da 50 anni opera all’interno degli Istituti di pena offrendo alle persone detenute opportunità di formazione professionale, che consentano di costruire un bagaglio di competenze spendibili per il loro reinserimento lavorativo e sociale.

Il partner tecnico è Comau Academy, leader nel campo della robotica educativa, che ha fornito un e.DO Learning Center e i pacchetti didattici per la formazione in aula, oltre a curare la preparazione dei docenti. Al via la collaborazione tra Hunters Group (società di ricerca e personale altamente qualificato) e Seconda Chance (l’associazione che fa da ponte tra carceri e aziende e cerca opportunità lavorative per i detenuti). Nei giorni scorsi, è stato organizzato un primo Career Day nel penitenziario di Bollate (Milano) - che ha coinvolto Hunters Group e due aziende - per aiutare i detenuti a reinserirsi nel mondo del lavoro, anche sfruttando la legge Smuraglia che offre agevolazioni fiscali a chi assume e che, aspetto ancora più importante, consente ai detenuti di avere una concreta opportunità lavorativa al di fuori delle mura del penitenziario, proprio come un qualsiasi altro dipendente.

Mentre sono stati assunti sette detenuti di Rebibbia (Roma) che - completato con successo il percorso di formazione della durata di oltre 160 ore - sono entrati nelle squadre di Sirti e del consorzio Open Fiber Network Solutions come addetti per le attività di giunzione di fibra ottica per le infrastrutture di rete in Italia. Da segnalare infine l’impegno di Umana, fra le aziende partner di 4 Weeks 4 Inclusion (www.4w4i.it), la manifestazione dedicata all’inclusione e alla valorizzazione delle diversità, giunta alla sua IV edizione.

Da sempre attenta a questi temi e alla loro condivisione, in occasione di 4 Weeks 4 Inclusion 2023, l’Agenzia per il lavoro ha realizzato un webinar dal titolo Lavoro e formazione nel percorso di reinserimento sociale dei detenuti, che approfondisce il tema del percorso di reinserimento sociale dei detenuti ed ex detenuti attraverso esperienze di valore. Oggi, nonostante i numerosi esempi di progetti virtuosi realizzati in partnership tra soggetti pubblici e privati, sono ancora molti gli ambiti di miglioramento per garantire processi di reinserimento efficaci. Centrale è il ruolo della formazione e del lavoro: strumenti fondamentali anche per contrastare il fenomeno della recidiva. È necessaria una professionalizzazione, la sensibilizzazione delle imprese, il rafforzamento delle reti di collaborazione, una puntuale organizzazione delle attività.