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di Alessandra Muglia

Corriere della Sera, 22 ottobre 2022

Quella tra Finlandia e Russia sarà la prima barriera anti profughi voluta in Europa da un governo progressista: effetto collaterale dell’aggressione russa dell’Ucraina. Sarà la prima barriera anti migranti in Europa voluta da un governo progressista.

Correrà per 260 chilometri lungo il confine tra Finlandia e Russia. L’obiettivo è assicurare “un adeguato controllo delle frontiere negli anni a venire”, ha spiegato la premier socialdemocratica Sanna Marin, dopo aver annunciato l’ampio sostegno politico al piano, trasversale a maggioranza e opposizione. L’Ue, che in passato aveva sempre criticato apertamente i muri anti profughi costruiti in Europa, a iniziare da quello voluto dal premier ungherese, il sovranista Viktor Orbán, nel 2015 al confine con Serbia e Croazia per frenare gli arrivi dai Balcani, di fronte alla guerra di Putin non si è opposta.

Piano bipartisan - Ora quello che è sempre stato un cavallo di battaglia della destra populista - la difesa dei confini anche con muri anti migranti - è diventato un progetto bipartisan in un Paese a guida socialdemocratica. Non tanto perché Sanna Marin - donna, giovane e aperta sui diritti civili - riscuote ampi consensi in Europa. Il fatto è che il muro anti migranti serve a rispondere alla minaccia di una guerra ibrida di Putin, con i flussi migratori usati come arma di destabilizzazione. Il suo “sdoganamento” a sinistra può essere considerato un “effetto collaterale” dell’aggressione russa dell’Ucraina. Il timore di Helsinki è che la Russia decida di spingere verso il suo territorio migliaia di migranti per mettere il Paese in difficoltà come accaduto in passato in Polonia e Lituania con i profughi bielorussi.

Dall’inizio della guerra in Ucraina, il 24 febbraio, sono arrivati nel paese scandinavo oltre 40mila russi. Dopo la mobilitazione parziale, annunciata il 21 settembre scorso dal Cremlino, Helsinki aveva imposto il divieto di ingresso nel Paese ai “turisti russi” nel timore che possano mettere a rischio la sicurezza interna. Confini chiusi dunque a tutti i cittadini russi che cercano di entrare con il visto, con pochissime eccezioni: dissidenti, studenti e casi di ricongiungimento familiare.

Recinzione metallica con sensori- Per agevolare i controlli alle frontiere, ecco dunque il piano del muro: una recinzione metallica sormontata da filo spinato, con sensori e telecamere di sorveglianza disseminati lungo il lato Sud della frontiera con la Russia: un quinto degli oltre 1.300 chilometri, dalla Norvegia al mar Baltico, il tratto considerato più a rischio di una futura “migrazione di massa” da Est.

Scambio Nato-curdi - La compattezza dei partiti finlandesi sulla scelta di “proteggere” il confine orientale rispecchia la svolta della Finlandia rispetto all’assetto raggiunto dopo la Seconda guerra mondiale: l’abbandono della storica posizione di equidistanza tra i due blocchi e il prossimo inserimento nell’Alleanza atlantica. La svolta della politica estera di Helsinki è avvenuta il 28 giugno scorso quando la Turchia ha ritirato il veto all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. Per entrare nella Nato Sanna Marin ha accettato di estradare in Turchia i curdi rifugiati in Finlandia, da Erdogan considerati “terroristi”, mentre sul campo sono stati alleati dell’Occidente nella lotta all’Isis. È passato in secondo piano, senza ricevere particolari critiche in Europa, anche questo scambio Nato-curdi a cui Marin è dovuta sottostare per proiettarsi nel futuro.