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di Mauro Rosin

Il Dubbio, 21 settembre 2023

Il Governo vuole costruire una struttura in ogni Regione. Destra e sinistra unite nella lotta. Almeno in quella contro i Cpr, che il governo vorrebbe costruire in ogni Regione, che trova schierati sulla linea del “no” i governatori italiani di ogni colore politico. Tranne ovviamente quelli che già ospitano sul loro territorio strutture per il trattenimento dei migranti e il presidente della Calabria Roberto Occhiuto (Forza Italia) e quello ligure Giovanni Toti. Attualmente i Centri attivi sono nove: a Bari, Brindisi, Caltanissetta, Potenza, Roma, Trapani, Gorizia, Macomer (Nuoro) e Milano. Chiuso per ristrutturazione, dopo i danneggiamenti causati dagli ospiti il Cpr di Torino.

All’appello manca dunque più della metà delle Regioni italiane, come prescritto dal dl Sud, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, che definisce i Cpr “opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale”. L’articolo 21 del decreto prevede un fondo da 20 milioni di euro per il 2023 destinati alla realizzazione delle strutture per il trattenimento e rimpatrio dei migranti irregolari.

A essere incaricato della realizzazione dei Cpr che prevede la “progettazione” e “realizzazione delle strutture individuate dal piano, dislocate sul territorio nazionale” sarà “il Ministero della difesa - si legge nel decreto - mediante le proprie competenti articolazioni del Genio militare, l’impiego delle Forze armate e avvalendosi di Difesa Servizi spa”.

“Non siamo disponibili a nulla se parliamo di parole al vento. Io sono abituato a discutere di cosa si vuol fare”, dice il presidente dell’Emilia- Romagna Stefano Bonaccini a Radio24 a proposito della disponibilità della Regione a ospitare un Centro di permanenza e rimpatrio per i migranti, aggiungendo la sua voce al coro già animato dal dem toscano Eugenio Giani e dal leghista veneto Luca Zaia. “Questo è il governo che parla di autonomia e che sta invece centralizzando tutte le decisioni a Roma senza confronto con gli enti locali”, argomenta Bonaccini. Quelle sui Cpr “al momento sono parole al vento. Per me di Cpr non se ne parla assolutamente”.

Del resto, secondo il governatore emiliano, “il governo ha pienamente fallito la gestione degli arrivi e loro redistribuzione”, e anche “molti sindaci di centrodestra stanno dicendo che così non può funzionare. Ho chiesto un incontro al ministro Piantedosi, ancora senza risposta”.

E sul tema ritorna pure Giani che, dopo le prese di posizione del giorno prima, precisa: “Io non impedisco la realizzazione di un Cpr in Toscana. Se arriva il ministero degli Interni e vuole fare un Cpr gli dirò che sono assolutamente contrario sul territorio regionale, il Comune che loro sceglieranno vedremo cosa gli dirà, se ne prenderanno tutte le responsabilità”, mette in chiaro il presidente toscano. Secondo il governatore, Cpr “è una risposta illogica, qualunque persona se ne rende conto, perché il problema non è quello di rimandarli nei loro paesi, non ci andranno mai e per mandarceli ci vogliono 18 mesi. Questo enfatizzare il Cpr da realizzare nelle Regioni è un rispondere in modo demagogico ad un problema a cui non si dà risposte”.