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di Vincenzo Esposito

Corriere della Sera, 2 dicembre 2023

È un Nicola Gratteri scatenato quello che è salito sul palco del Teatro di Corte di Palazzo Reale a Napoli per aprire, ospite assieme al sindaco Gaetano Manfredi, la tre giorni di Casa Corriere Festival. “Il mio arrivo alla Procura di Napoli? Non sono qui per fare il piacione, non cerco consensi. Ma sono stato ostacolato. Contro di me sono state dette e scritte cose al limite della querela. Io non ho mai fatto parte di correnti e questo mi ha danneggiato, ma l’importante è essere liberi. In giro ci sono troppi maggiordomi e lacchè e invece c’è bisogno di uomini e di persone specializzate”. Intervistato dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana e dal responsabile del Corriere del Mezzogiorno Enzo d’Errico, il procuratore di Napoli insediatosi il 20 ottobre scorso, strappa applausi a scena aperta con un linguaggio schietto.

“La politica parla per l’80% di magistratura” - “Le pagelle? Queste pagelle indurranno i magistrati a diventare perfetti burocrati, il pm così non ci metterà più il cuore ed eviterà di rischiare per portare avanti un’indagine. Penserà solo a rispettare le scadenze e a tenere in ordine la scrivania. Un dramma. Se bisogna fare le pagelle per i magistrati facciamole anche per i medici, visto che ci sono medici pazzi, così come ci sono ingegneri pazzi e giornalisti pazzi. Possibile mai che l’oggetto delle conversazioni della politica sia per l’80% soltanto sulla magistratura? Ma possibile che avete questa ossessione?”. Ancora sulla politica: “Discutiamo della separazione delle carriere? Parliamo di uno 0,2% di passaggi da una parte all’altra. Si vuole fare una riforma per uno 0,2% di casi. Ma non vi puzza questa storia? Vuol dire che il passaggio successivo sarà che 1.800 pubblici ministeri andranno sotto l’esecutivo, cioè dipenderanno dal ministero della Giustizia. Chi sarà il direttore d’orchestra? Alla luce delle riforme che ho visto negli ultimi due anni, mi augurerei un “fermo pesca”. Dalla Cartabia in poi, hanno determinato un rallentamento del processo, ma soprattutto la cosa più triste è che non sono state date le risposte che la gente e i fruitori di giustizia si aspettavano”.

Il processo telematico - Poi ha raccontato un po’ della sua giovinezza. “Nel paese dove sono nato era normale che un ragazzo oltre la scuola frequentasse un mastro, un artigiano che gli insegnasse il mestiere. A me è capitato un calzolaio e poi un carrozziere. Queste cose mi hanno aiutato nella carriera. Ad esempio, quando ho iniziato e sulla mia scrivania arrivavano fascicoli di incidenti stradali capivo subito se c’era un imbroglio o no, bastava vedere il conto del carrozziere. Dopo una settimana i fascicoli sugli incidenti da me non sono arrivati più”. E giù ancora applausi. Il tema della magistratura, e dei piccoli tribunali che non funzionano perché a corto di uomini e mezzi, l’ha fatta da padrone. “Anzi voglio darvi una notizia - ha detto - il 2 gennaio parte App, vale a dire il famoso processo telematico per cui abbiamo già incassato i soldi dall’Europa. Ebbene, fino ad oggi non funziona. E Napoli è capofila della sperimentazione. Far sparire la carta è una cosa bellissima, ma quando accenderemo contemporaneamente cento computer in tribunale e il sistema non funzionerà, si bloccherà tutto. Il problema è che sul fronte della connessione internet a Napoli abbiamo un ruscello, mentre per fare funzionare il Palazzo di giustizia ci vorrebbe il Tevere, in quanto a portata”.

Il caso Caivano - E poi il caso Caivano e le visite continue dei politici dopo lo choc degli abusi ripetuti di una baby gang su due cuginette tredicenni. “Quando ho visto ogni tre giorni i ministri andare lì, ho pensato che esagerazione. Ma poi sono stato invitato a una riunione, con il ministro Piantedosi e il sindaco Manfredi.

Ho visto che nella sostanza avevano affrontato anche piccole cose e passare, in un territorio dove c’è il deserto, ad esempio, da tre assistenti sociali a dieci è sostanza. Però mi chiedo: abbiamo visto in tv il Delphinia, la struttura sportiva abbandonata che è costata centinaia di migliaia di euro. Ma vogliamo capire a chi è stata consegnata? Perché è stata ridotta così? Qualcuno prima o poi dovrà pagare sul piano politico, morale ed etico per questo degrado”.

Infine l’emergenza criminale a Napoli, il delitto del giovane musicista Gianbattista Cutolo alla cui memoria proprio ieri è stata conferita una medaglia d’oro al valor civile. “Una aberrazione, la mamma si deve consolare pensando che il figlio ha compiuto un gesto di eroismo. Abbassare l’età imputabile? Non si può dire sì o no, o si ha una visione, o si capisce di cosa c’è veramente bisogno oppure facciamo degli spezzatini”.