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di Riccardo Chiari

Il Manifesto, 22 settembre 2024

Dopo l’ok della Camera, in settimana la palla passa al Senato. La manifestazione mercoledì a Roma. Più sanzioni, più galera, più repressione. Il ddl sicurezza passato alla Camera (e in arrivo questa settimana al Senato) è l’ennesima occasione che le opposizioni trovano sulla loro strada per compattarsi. Così il Pd ha già dato la sua adesione alla piazza convocata per mecoledì pomeriggio a Roma da Cgil e Uil. Sarà presente la segretaria Elly Schlein per protestare anche fuori dal palazzo contro un disegno di legge che “azzera il diritto a manifestare il dissenso”. Una posizione in tutto e per tutto sovrapponibile a quella espressa nei giorni scorsi da varie organizzazioni, da Libera a Magistratura democratica, passando per l’Unione Inquilini. Per il consigliere regionale dem lombardo Pierfancesco Majorino il miglior nome da dare alla serie di provvedimenti sarebbe “ddl repressione” se non addirittura “ddl Orbàn”, perché “Rischiano di finire in carcere, ad esempio, lavoratrici e lavoratori a cui magari comunicano il licenziamento - come tante volte accade - e che per questo, manifestando la propria rabbia, organizzano anche solo un piccolo presidio che blocca per qualche ora un po’ di traffico”. La convinzione di Majorino è che le proteste saranno parecchie e diffuse.

“Le destre - si legge in una nota firmata da Cgil di Roma, Anpi e Rete degli studenti medi- continuano a guardare alla sicurezza solo in termini repressivi e punitivi delle lotte sociali, inasprendo le pene, introducendo nuovi reati per colpire le forme più pacifiche di protesta e comprimere gli spazi di democrazia del nostro paese. Il carcere continua a essere visto come strumento meramente punitivo, perseguendo, con l’introduzione del reato di rivolta in carcere, non tanto gli episodi di violenza gia’ puniti dalla legge, persino la resistenza passiva impedendo nei fatti ogni forma di protesta contro le condizioni disumane in cui sono gli istituti penitenziari. In tutto questo si normalizza anche l’idea che una donna incinta o un neonato possa finire in carcere. Nei centri di trattenimento e accoglienza per i migranti si nega l’utilizzo del cellulare, vincolando il possesso della sim alla presenza di permesso di soggiorno. Sono tutte norme che non rendono piu’ sicuro il nostro paese, nè migliorano la vita delle persone, anzi, ne minacciano i diritti costituzionali. Contro questa idea liberticida di Sicurezza dobbiamo mobilitarci con forza affinché la maggioranza di Governo faccia un passo indietro, rispetti i diritti delle persone e i valori della carta costituzionale”.

Si attendono invece reazioni dal Movimento Cinque Stelle, che alla Camera ha visto respingersi tutti i suoi emendamenti, con la deputata Stefania Ascari che poi ha commentato in maniera piuttosto dura quanto partorito dalla maggioranza: “La foga ideologica e repressiva di questo centrodestra arriva al punto da proporre in questo Ddl che vengano puniti i detenuti che osino protestare contro le condizioni disumane degli istituti italiani. Addirittura arrivano a proporre di sanzionare la resistenza pacifica e passiva, quella di chi ad esempio rifiuta di mangiare il cibo scaduto, di entrare in una cella dove il caldo è insopportabile o dove imperversano gli scarafaggi. Anziché scrivere queste norme disumane dovrebbero andare a vedere le carceri da dentro, parlare con chi ci vive e ci lavora. Le carceri non hanno bisogno di altra repressione ma di investimenti, di assunzioni di agenti della polizia penitenziaria, di personale sanitario, di psicologi, di funzionari giuridico-pedagogici, di mediatori culturali”.