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di Liana Milella

La Repubblica, 14 agosto 2023

La ricognizione al via dopo l’estate. Ma molti immobili dismessi sono già stati assegnati. Ma le caserme dismesse, come promette Carlo Nordio, potrebbero essere davvero la panacea per risolvere i problemi delle carceri italiane sovraffollate al punto da poter essere anche la causa di 47 suicidi quest’anno e 85 l’anno scorso? Repubblica ha fatto un rapido sondaggio, grazie alle sue redazioni nelle principali città italiane, e ha scoperto che in realtà di caserme disponibili purtroppo pare proprio che non ce ne siano affatto, o ce ne siano pochissime. Forse lo scoprirà anche il ministro della Giustizia quando, come annunciano i suoi uffici, in autunno procederà a una “prima ricognizione” attraverso i contatti dei provveditori regionali delle patrie galere con i referenti locali del demanio e del ministero della Difesa. Ma il progetto sembra già partire su un piano inclinato. Vediamo perché.

Nordio ha parlato delle caserme dismesse numerose volte da quando il ministro, lo ha fatto tra Camera e Senato a dicembre presentando il suo programma, lo ha ridetto in interviste, e ancora alla festa della polizia penitenziaria il 22 marzo scorso. E già lì sono cominciate le proteste dei sindacati della polizia, come quelle che adesso ribadisce Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa, che parla di “un’idea non ha fatto originale, concretamente impercorribile, perché per i detenuti sarebbero necessarie strutture appropriate e architettonicamente progettate per questo scopo. E poi ci vorrebbe il personale, mentre alla polizia penitenziaria mancano 18mila unità”. Oggi siamo 36mila ma il fabbisogno necessario sarebbe di 54mila”. Dunque la coperta del personale è cortissima.

Ma eccoci alle caserme. Partiamo proprio da Torino - nel carcere delle Vallette si sono suicidate Susan John e Azzurra Campari - e dove tra le caserme storiche abbandonate c’è la Amione, 28.000 mq, su cui però c’è già un progetto di riqualificazione per ospitare uffici di 12 amministrazioni pubbliche con 1.200 dipendenti ed esiste già un bando di gara da 14 milioni di euro. Forse più chances ci potrebbero essere con la caserma Mardichi di via Bologna dismessa dal 2014, e da quattro anni inserita nell’elenco dei beni “non più utili a finalità istituzionali e suscettibili di valorizzazione”.

A Milano non risultano caserme disponibili. Nella Montello di via Caracciolo, che ospitò nel 2016-17 centinaia di profughi, già da oltre un anno ci sono lavori per il maxi trasloco degli uffici di polizia dalla Garibaldi di Sant’Ambrogio, a sua volta da riconvertire a campus universitario della Cattolica. E anche la Santa Barbara di piazzale Perrucchetti, con l’annessa piazza d’Armi, attende un investitore che voglia farsi carico di un’area enorme e di pregio, tuttora sede del Primo Reggimento Trasmissioni dell’Esercito.

Non va meglio a Firenze dove risultano dismesse la caserma di Rovezzano, già destinata ad ospitare un comando Nato, e la caserma Lupi di Toscana, al confine con Scandicci, dove però sono previste case, alloggi per studenti e un centro commerciale. Pure a Bologna la situazione è compromessa, perché le due ex caserme più importanti sono la “Staveco” di ben 93mila mq, ma dove sorgerà la nuova cittadella della giustizia. E la Stamoto di 120 mila mq dove sono già previste residenze per gli studenti.

Tappa a Roma dove le ex caserme sono state già cedute dal Demanio al Comune. Come per l’ex direzione Magazzini del commissariato “Porto Fluviale” che sarà trasformato in abitazioni da destinare alle famiglie che già lo occupano. L’ex caserma Guido Reni diventerà il Museo della Scienza. Chance forse per l’ex caserma Bellosguardo tra Pisana e Bravetta che due anni fa è tornata al Demanio perché il dipartimento Patrimonio del Comune di Roma non l’aveva mai valorizzato. Al Sud ci aspetta una delusione. A Bari le uniche caserme dismesse sono già state utilizzate per costruire la futura cittadella della giustizia. Il progetto è già operativo. Quanto a Palermo non risultano caserme disponibili.

In via Arenula si vagheggia di numerose caserme disponibili al confine con il Friuli. Ma a questo punto toccherà al ministero fare in autunno la verifica, augurandosi che nel frattempo non aumentino i suicidi. Visto che ancora ieri, il Sappe del segretario Donato Capece, ne citava uno “sventato grazie ai poliziotti penitenziari” nel carcere di Vasto. Stesso film a Potenza. Senza contare che, come denunciano i sindacati, alle carceri sono stati tolti 35 milioni di euro nei prossimi tre anni, nonostante Nordio avesse garantito, il 6 dicembre 2022 tra Camera e Senato, che avrebbe fatto una battaglia per evitare i tagli. E sempre dai sindacati arriva l’espressa critica a Nordio per via dei nuovi reati introdotti, rave party, decreto Cutro, reato universale per l’utero in affitto, le maggiori pene per chi appicca incendi, che aumenteranno gli arresti.

Qualora davvero, con la bacchetta magica, in autunno le caserme dovessero spuntare fuori, dovranno essere verificati i lavori da fare, cercati i fondi per realizzarli, effettuare i lavori. Ipotizzare un anno è davvero poco per ultimarli. Ma chi dovrebbe finire, stando ad oggi, nelle ipotetiche caserme? Il garante dei detenuti Mauro Palma ipotizza che potrebbero essere 9mila se il piano Nordio coinvolge detenuti condannati a meno di tre anni. Attualmente sono 1.553 quelli sotto un anno, mentre sono 2.820 i condannati a due anni, quindi 4.373 detenuti.

Come affrontare intanto l’emergenza di detenuti fragili in carcere? Un esempio è proprio quello di Azzurra Campari, la detenuta di 28 anni che si è impiccata nel carcere delle Vallette a Torino. Servirebbero i cosiddetti “educatori”, cioè i funzionari giuridico pedagogici. Ne mancano 200 rispetto a una pianta organica che ne prevede un migliaio, pochissimi rispetto alle quasi 200 carceri. Sono in corso le prove orali per il concorso da 214 posti. I mediatori culturali sono solo 67. E chiudiamo la desolante carrellata con le telefonate che un detenuto può effettuare. Erano cresciute col Covid, ma sono state ridotte di nuovo. In via Arenula dicono che la questione è ancora “in fase di valutazione”.