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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 4 marzo 2024

La bella storia di un ragazzo che ha attraversato le difficoltà della giustizia minorile con coraggio e determinazione. La questione della giustizia minorile, soprattutto quando avvengono casi di cronaca che coinvolgono i giovani, emerge sempre più spesso come tema centrale, suscitando molto spesso indignazione con le conseguenti scelte politiche per assecondare la pancia della gente. A fronte di questo fenomeno complesso e articolato, è essenziale adottare un approccio analitico e critico che vada oltre le narrazioni sensazionalistiche e affronti le sfide sociali e strutturali sottostanti.

Francesca Pastore, dell'Associazione Antigone, nell’ultimo rapporto dal nome “Prospettive minori”, ci offre uno sguardo intimo e coinvolgente nella vita di Marco (nome di fantasia), un giovane che ha attraversato le difficoltà della giustizia minorile con coraggio e determinazione. La sua storia ci mostra come, con il giusto supporto e l'opportunità di un percorso di riabilitazione, i giovani possono riscattarsi e reinserirsi positivamente nella società. Il racconto inizia con Marco che arriva in una comunità, accompagnato dagli agenti, con il peso di una notifica per il reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Ma dietro quella freddezza si nasconde molto di più: c'è l'incertezza, la paura, il desiderio di dimostrare di non essere 'un cattivo ragazzo'. Le parole di incoraggiamento della madre, della sorella e della fidanzata risuonano nella sua mente, illuminando il cammino buio che ha davanti.

Marco non è privo di risorse economiche, ma ha scelto la strada dello spaccio per dimostrare il suo coraggio, per sentirsi al di sopra delle regole, per affermare la sua identità ribelle. Tuttavia, quando viene allontanato dal suo ambiente e portato in una comunità penale a Lecce, si trova di fronte a una nuova realtà, fatta di sfide e opportunità. Durante i due anni trascorsi in comunità, Marco intraprende un viaggio interiore e formativo che lo porterà a riscoprire sé stesso e a delineare un nuovo percorso per il suo futuro. Frequenta la scuola, ottiene la licenza media e si impegna in un corso di formazione per diventare bagnino. Ma il suo cambiamento non si ferma qui: partecipa a incontri sulla legalità, si dedica al volontariato e si apre alla possibilità di un futuro diverso.

Il sostegno della comunità, degli operatori e delle istituzioni gioca un ruolo fondamentale nel percorso di Marco. Gli incontri con il giudice e gli assistenti sociali diventano occasioni preziose per riflettere sul suo percorso e rafforzare la sua determinazione. E quando incontra una poliziotta della Questura di Lecce, nasce un legame speciale basato sulla fiducia reciproca e sulla condivisione di valori comuni. Le tappe del percorso di Marco sono segnate da piccoli successi e momenti di gioia: dalla partecipazione a una Festa della Polizia alla conquista dei permessi per tornare a casa durante le vacanze. Ogni passo avanti è una vittoria, una conferma che il cambiamento è possibile, che la determinazione e la volontà possono trasformare una vita. E così, dopo due lunghi anni, Marco torna a casa, pronto a costruire un futuro migliore per sé e per coloro che ama. Oggi, i suoi sogni hanno preso forma: una famiglia, un lavoro, una vita piena di speranza e possibilità.

La sua storia ci mostra come, con il giusto supporto e l'opportunità di un percorso di riabilitazione, i giovani possono riscattarsi e reinserirsi positivamente nella società. D'altra parte, l'analisi di Edoardo Paoletti, sempre dell'Associazione Antigone, mette in discussione il narrativo diffuso dell'aumento esponenziale della delinquenza giovanile. Esaminando dati statistici, Paoletti evidenzia un quadro più complesso, dove l'aumento della criminalità minorile non è lineare né uniforme sul territorio nazionale. Guardando alle cifre fornite dall'Istat e dal Ministero dell'Interno, emerge un quadro eterogeneo: sebbene vi sia stato un incremento delle segnalazioni di reati commessi da minori, soprattutto nelle regioni del Nord Italia, questo aumento non può essere ridotto a una singola causa o a un singolo fattore scatenante. Piuttosto, è il risultato di molteplici dinamiche sociali, economiche e culturali.

Un punto cruciale emerso dall'analisi di Paoletti è la relazione tra disagio sociale e criminalità giovanile. La mancanza di accesso ai servizi, le disuguaglianze economiche e la percezione di ingiustizia possono alimentare sentimenti di frustrazione e di rivalsa, specialmente tra i giovani. In questo contesto, le politiche punitive e repressive rischiano di essere controproducenti, allontanando i ragazzi da percorsi di riabilitazione e di formazione. Un approccio più efficace, suggerito dalla ricerca di Paoletti, è quello di investire nelle politiche sociali a lungo termine che promuovano l'inclusione e l'educazione dei giovani. Questo significa garantire l'accesso equo ai servizi, ridurre le disuguaglianze economiche e favorire l'integrazione sociale, specialmente per i minori stranieri non accompagnati.

Ma l’informazione non ci viene in auto. Come fa notare Andrea Oleandri nel rapporto di Antigone, l’aumento delle ricerche su Google riguardanti termini come 'Caivano', 'Palermo' e 'stupro' nel mese di agosto 2023 ha evidenziato due tragici eventi che hanno scosso l'opinione pubblica: lo stupro di una ragazza a Palermo e quello di due ragazze a Caivano, entrambi commessi da gruppi di ragazzi, molti dei quali minorenni. Questi fatti hanno generato un'ondata di emotività e dibattito politico, portando il governo Meloni a varare un decreto legge che ha introdotto norme punitive per i minori autori di reato e per i loro genitori. Inoltre, l'attenzione mediatica sul presunto aumento della criminalità minorile ha spinto molti a richiedere interventi più severi nel sistema penale, soprattutto dopo casi di cronaca ad alto impatto emotivo. Questa narrazione tende a distorcere la realtà, enfatizzando fenomeni criminali che potrebbero non essere così diffusi come sembrano.