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di Simonetta Lucchi

huffingtonpost.it, 15 aprile 2023

Le vicende del mondo della scuola vengono negli ultimi tempi esposte in modo talmente sensazionalistico e ossessivo da crearmi vero disagio. Non è un bene tutto questo clamore. Senza seria discussione, né replica, né confronto. O comunque, cosa importa, rispetto alla notizia urlata. Quindi mi chiedo dove sia il problema che, sono certa, non è la preghiera.

Penso, leggendo della maestra di Oristano sospesa per venti giorni per aver fatto recitare una preghiera in classe ai bambini. Una notizia talmente inverosimile da suscitare la mia perplessità. Non la approfondisco molto, nella convinzione che le informazioni che troverò saranno solo parziali. Del resto, è in corso un procedimento disciplinare che ha i suoi tempi e diritto alla riservatezza.

Le vicende del mondo della scuola vengono negli ultimi tempi esposte in modo talmente sensazionalistico e ossessivo da crearmi vero disagio. Non è un bene tutto questo clamore. Senza seria discussione, né replica, né confronto. O comunque, cosa importa, rispetto alla notizia urlata. Quindi mi chiedo dove sia il problema che, sono certa, non è la preghiera. Ad esempio, le supplenze. Che saranno sempre più frequenti. Diminuisce la popolazione studentesca ma anche i docenti abilitati. Ci vogliono decenni per la formazione di un docente. La normativa è estremamente complessa e non molto conosciuta. Ad esempio: “Se sostituisco un insegnante di Educazione motoria e succede un incidente, ho la copertura assicurativa?”. Se si insegna Storia difficilmente i rischi potenziali sono gli stessi rispetto a un’ora di ginnastica. Quindi, rimango in classe? Oppure: chi ha responsabilità se un ragazzo ha un incidente tra il suono della campanella e l’ingresso in classe? E se devo scendere dall’aula del secondo piano in palestra?

Le mie frequenti domande non hanno finora avuto risposta: o meglio, ne hanno avute diverse. Nelle infinite pagine di normative scolastiche che ho studiato negli anni non ho trovato grande chiarezza. Tutto fa capo al dirigente scolastico, ma fino a un certo punto, però. Ma il problema delle supplenze c’è. Che sono ore dovute, pagate. Non sono “regali” che si fanno alla collega assente. Anche se spesso pensiamo così. Sono ore di lezione. Che la collega malata non può preparare per noi. Visto che è malata. Sono questioni che si porranno sempre più spesso. Tra le tante questioni, che si sollevano quotidianamente, nell’attività didattica. Anche perché del tema importante, “professionalità dei docenti”, non si discute molto. Non fa clamore. Eppure è “il” problema. I docenti formati, con esperienza, che andrebbero sostenuti. Chi conosce le normative scolastiche è una risorsa. Chi sa come consolare uno studente che ha una crisi di panico. O motivare i voti che attribuisce, in modo che siano uno stimolo e mai una punizione. O rispettare diverse culture e sensibilità. Tutto questo, è insegnare. E non si impara in breve tempo. Chi sa come risolvere brillantemente il problema di una sostituzione all’ultimo momento è persona preziosa. Da valorizzare. Appunto.