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huffingtonpost.it, 4 marzo 2023

La senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra interviene dopo la risposta scritta del ministro della Giustizia all’interrogazione presentata sul caso dell’anarchico in sciopero della fame da oltre quattro mesi contro il 41bis.

“Mentre il ministro Nordio fa burocrazia un uomo sta morendo in carcere ed io questo non posso accettarlo. Proprio oggi che l’Onu ricorda al governo di rispettare gli standard internazionali e gli articoli 7 e 10 del Patto Internazionale in relazione alle condizioni detentive”. Così Ilaria Cucchi, senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra, dopo la risposta scritta del ministro della Giustizia all’interrogazione presentata sul caso di Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame da oltre quattro mesi contro il 41bis. “Dovremmo vergognarci per quanto sta accadendo - sottolinea la senatrice Cucchi - Il fallimento dello Stato che per la sua inefficienza si sente legittimato a compromettere i diritti fondamentali di un uomo”.

 “Il mondo antagonista si muove ispirandosi ad Alfredo Cospito e a sostegno di costui, mediante azioni violente e di grave intimidazione, ossia proprio ciò che il detenuto propugna e che viene immediatamente raccolto e tradotto in pratica e in atti concreti”, ha scritto il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Nella risposta all’interrogazione di Cucchi, il Guardasigilli riporta tra gli altri i pareri del Procuratore nazionale antimafia antiterrorismo e del Procuratore generale di Torino.

“Permane la capacità di Cospito di orientare le iniziative di lotta della galassia insurrezionalista verso strategie e obiettivi sempre più rilevanti - prosegue il ministro - Gli appelli del detenuto non solo non vengono ignorati ma si sono trasformati in un’onda d’urto propagatasi sul territorio nazionale e all’estero”. “Infine merita osservare che il detenuto non è affetto da una patologia cronica invalidante ma si sta volontariamente procurando uno stato di salute precario, perseverando nel suo comportamento nonostante i reiterati inviti da parte dell’autorità sanitaria di desistere dal mantenere siffatta condotta”.