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di Alice Spagnolo

riviera24.it, 3 settembre 2024

L’appello ai giovani del presidente della Camera Penale: “Leggete la Costituzione, dentro c’è tutto. I principi devono essere alla base della legislazione”. Dopo la “maratona oratoria” dello scorso 8 luglio, quando gli avvocati del foro di Imperia si sono radunati in via Escoffier, a Sanremo, per sensibilizzare la popolazione sulle problematiche delle carceri, l’avvocato Marco Bosio, nella sua veste di presidente della camera penale di Imperia-Sanremo, è tornato nello studio di Riviera24.it per parlare di un tema a lui, e ai suoi colleghi, particolarmente caro: quello delle condizioni di migliaia di detenuti all’interno delle strutture carcerarie.

In Italia i detenuti sono 61.468 e condividono spazi pensati per accogliere, al massimo 46.067 persone. I conti sono presto fatti: il sovraffollamento è del 130,59 percento. Per far conoscere ai cittadini le criticità che si affrontano nei penitenziari, la camera penale imperiese ha organizzato la maratona oratoria “che è stata molto importante e ha avuto una buona partecipazione - sottolinea Bosio - anche perché noi partiamo da un dato allarmante e incredibile: al 15 agosto 2024 abbiamo 67 suicidi in carcere. Per noi la problematica del carcere è prioritaria. C’è un sovraffollamento incredibile della popolazione carceraria che vive in ambienti ristretti e in condizioni umane e sanitarie indescrivibili”.

Per questo, nell’ambito dell’approfondimento sulla riforma della giustizia, non poteva mancare un passaggio sulle carceri. “Ci aspettavamo qualcosa di più da parte del decreto carceri, ma in realtà questo governo ha evidenziato una certa sensibilità per quanto riguarda la fase processuale e sostanziale, ma una visione ancora fortemente carcerocentrica per quanto riguarda il carcere - spiega l’avvocato penalista - La riforma non ha assolutamente sviluppato argomenti importanti e che servono veramente per decongestionare il carcere.

Ne abbiamo un esempio qui, nelle carceri di Imperia e di Sanremo. E pensare che sono anche piccoli in confronto a istituti come San Vittore o Poggioreale. Inoltre ci sono molti casi psichiatrici, che sono i più difficili da gestire”.

E allora, cosa fare? “Noi avevamo chiesto di potenziare l’accesso alle misure alternative e poi di fare una riforma seria sulla liberazione anticipata, che è una sorta di beneficio che il detenuto utilizza se si comporta bene in carcere, se partecipa all’opera di rieducazione”. In sostanza, se il detenuto si comporta bene, gode di una riduzione di 45 giorni di pena ogni semestre. “C’è una proposta di legge che giace in parlamento e che noi abbiamo caldeggiato, pensando che con questa si potesse cercare di decongestionare il carcere - aggiunge l’avvocato Marco Bosio -. Si tratta della proposta di legge Giachetti - Bernardini, che prevede l’aumento della detrazione di pena dagli attuali 45 giorni a 60 giorni per ogni semestre di pena scontata. Ma è ferma. Con il decreto carceri è stato utilizzato un altro metodo, che è una rimodulazione della liberazione anticipata che si basa su un meccanismo di “concessione posticipata”, anche se in realtà il pubblico ministero nell’ordine di carcerazione dovrà già fare il conteggio e dovrà quindi dire di quanto sarà diminuita la pena nel caso in cui il detenuto si comporti bene”.

“La visione del governo è questa: c’è sovraffollamento? Costruiamo nuove carceri - dichiara il presidente della camera penale - Ma questa non è la soluzione. È stato istituito il commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria ma, ripeto, non è la soluzione perché si costruiranno nuovi carceri, aumenteranno i detenuti e i problemi ci saranno lo stesso. Poi la costruzione di nuovi carceri non è una cosa di adesso, con i templi biblici che hanno i nostri lavori pubblici sarebbe un problema”. E dunque? “Noi azzardiamo un sogno - dice il legale - Che è quello di un piccolo indulto che possa dare, a chi ha una pena breve, una possibilità di uscire dal carcere”.

L’avvocato Bosio sottolinea poi un’altra criticità: “Un’altra parte della riforma del decreto carceri di difficile attuazione è quella che riguarda le comunità - spiega - Alcuni soggetti, in particolare i tossicodipendenti, potranno trascorrere una parte della pena, e quindi scontarla in detenzione domiciliare, presso comunità che però, di fatto, non ci sono, quindi ci dovranno spiegare come si potrà attuare”.

“La nostra non è una posizione di critica totale, ma ci aspettavamo di più da un ministro (il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ndr) che è sempre stato un garantista, un giurista molto attento a queste problematiche - aggiunge -. Non voglio entrare nelle questioni politiche, perché mi rendo conto che probabilmente ha delle difficoltà all’interno della sua maggioranza ad essere eccessivamente garantista da questo punto di vista, però noi ci aspettavamo di più”.

Marco Bosio conclude il suo intervento con un appello, rivolto soprattutto ai giovani: “Leggete la Costituzione, perché la Costituzione della Repubblica Italiana è la base. Per questo invito i giovani a leggerla, la nostra Costituzione, soprattutto i principi perché qui c’è tutto, c’è tutta la nostra convivenza civile e ci sono principi fondamentali che non moriranno mai e questi principi devono essere alla base della legislazione”.