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di Giulia Mietta

Corriere della Sera, 30 gennaio 2024

Vittima un 66enne, che era in attesa del giudizio di primo grado per tentato femminicidio. De Fazio (Uilpa): “Il sistema non regge più, serve subito un decreto”. Una “strage continua”, scrive il sindacato di polizia penitenziaria Uilpa dopo la notizia dell’ennesimo suicidio in carcere, il tredicesimo in Italia dall’inizio dell’anno. Questa volta a Imperia. Vittima un detenuto di 66 anni, che si è impiccato. “Un italiano, originario di Villalba, in Sicilia, ma che risiedeva in Liguria - spiega il segretario generale Uilpa Gennarino De Fazio - e che era in attesa del primo grado di giudizio per il tentato femminicidio della moglie”.

Il trend di questo avvio 2024, come già evidenziato qualche giorno fa da questo giornale, è preoccupante. Nel 2022, quando si raggiunse la cifra record di 84 suicidi in carcere in un anno, nel primo mese, gennaio, i detenuti che si erano tolti la vita erano stati sette. “Il mese non è ancora finito e il tragico dato è quasi raddoppiato”, dice De Fazio che lancia un appello al governo. “Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ha paragonato i suicidi in carcere a una malattia da accettare e a una ferita, al Guardasigilli diciamo che le malattie si curano, o quantomeno se ne leniscono i sintomi, e le ferite si rimarginano, purché si sia in grado di somministrare la terapia adeguata, dal ministro della Giustizia ci aspettiamo l’indicazione di una strategia e di soluzioni cliniche, per restare in metafora, e non la presa d’atto di un necroforo”.

Quella di Imperia è tra le strutture penitenziarie più piccole in Liguria ma comunque accusa il colpo di problemi cronici, a partire da quello del sovraffollamento: i detenuti sono 76 a fronte di 54 posti disponibili. Ma la mancanza di spazio non è l’unico problema: “Violenze, aggressioni, privazioni, sofferenze d’ogni genere. In carcere non se ne può più e non basta vedere, bisogna capire, programmare e intervenire. Allo stato attuale a nostro parere non vi sono più neppure i presupposti giuridici per mantenere le attuali strutture penitenziarie che non assolvono nemmeno minimamente ad alcuna delle funzioni che sono a esse demandate dall’ordinamento”, conclude il segretario Uilpa.

“Noi la diagnosi l’abbiamo fatta e abbiamo anche individuata la terapia, serve subito un decreto carceri per consentire cospicue assunzioni straordinarie, con procedure accelerate, e il deflazionamento della densità detentiva pure attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei detenuti malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti, non si può far finta di nulla difronte alla strage continua”.