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ansa.it, 6 settembre 2023

I numeri parlano chiaro: in carcere, al 15 marzo 2023, sono 380 i minori detenuti in Italia, di solo 12 sono ragazze. Dati, fotografati dal rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzioni che confermano l’aumento dei minori in carcere, dopo il calo dovuto alla pandemia da Covid. Nel febbraio 2020, i ragazzi negli Ipm, gli istituti di pensa minorile, erano 374. Nel mese di maggio di quello stesso anno erano 280.I minori in Ipm sono 180, mentre sono 200 i giovani adulti tra i diciotto e i venticinque anni che hanno commesso il reato da minorenni. I ragazzi stranieri sono il 46,8% del totale dei ragazzi detenuti, ovvero 178. Tra loro, le ragazze sono 5.

Nel 18,9% dei casi, i minori sono finiti negli Ipm per reati contro la persona, considerata la tipologia di reato generalmente più seria. Mentre addirittura il 61,2% di essi ha riguardato reati contro il patrimonio. Per quanto riguarda i minori stranieri, nel 2022 sono stati il 22% dei ragazzi complessivamente avuti in carico dai servizi della giustizia minorile, sono stati invece il 38,7% dei collocamenti in comunità, fino ad arrivare a essere il 51,2% degli ingressi in carcere.

Gli Ipm attivi in Italia sono attualmente sedici (da quando, nell’aprile 2022, fu chiuso quello di Treviso a seguito di disordini messi in atto da ragazzi, la cui riapertura annunciata per la fine di febbraio non è avvenuta). La grandezza delle carceri varia attualmente dalle 54 presenze di Nisida alle 5 di Pontremoli, unico Ipm interamente femminile d’Italia. A Roma troviamo 48 ragazzi, a Torino 34, ad Airola 31, a Milano 27. Dall’altro lato troviamo 8 ragazzi a Cagliari, 9 a Caltanissetta, 11 a Catanzaro, 13 a Firenze.

I minori negli istituti vengono dalle periferie

Il 100% dei ragazzi italiani detenuti negli istituti di pena minorile arrivano dalle periferie, dal sottoproletariato dell’Italia meridionale. Lo dice a LaPresse Alessio Scandurra di Antigone. “Se non vengono dalle periferie sono stranieri - afferma - la premessa è che tanti ragazzi che oggi sono in Imp non lo saranno tra qualche mese, è un sistema di passaggio, oppure è luogo di punizione quando non rispetti le regole della Comunità. In quel caso non sei in Ipm, sei in punizione”.

“È difficile cambiare le proprie abitudini, ha i suoi stili di vita, le sue cose, il quartiere gli ha insegnato certe cose - dice ancora - Ci sono quartieri dove non c’è molto altro a parte la strada. Quindi quando si viene da un contesto simile, è difficile immaginare che si arrivi in Ipm e si cambi”. “Quando vieni da un determinato posto, un istituto di pena deve diventare più forte di quello stesso contesto da cui vieni”, prosegue. “A volte ci si riesce, altre no - conclude - ma molti sono ragazzi particolari che hanno storie estreme, gli altri in Ipm non ci arrivano, si trovano soluzioni alternative”.