sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Piero Sansonetti

L’Unità, 28 febbraio 2024

Dicono: “Questa è la legge”. Benissimo: è una legge cretina e crudele. Lo è per l’on. Verdini e lo è per tanti anonimi detenuti vittime della magistratura. Denis Verdini è un ex parlamentare italiano di anni 72. È stato condannato a un numero sconsiderato di anni di prigione perché è ritenuto colpevole di irregolarità finanziarie che avrebbe commesso quando era manager in alcune banche e in alcuni giornali. Se è colpevole, ha fatto malissimo a commettere quelle irregolarità. Si meritava una multa salatissima. Invece lo hanno condannato a poco meno di dieci anni di prigione. Come se avesse ucciso un rivale d’amore o se avesse stuprato una ragazzina. Follia. Ma alla follia si aggiunge follia. Verdini, dopo alcuni mesi di prigione aveva ottenuto i domiciliari, per ragioni di salute. Ed era stato autorizzato in alcuni giorni a venire a Roma (da Firenze dove risiede) per sottoporsi a visite mediche.

Ed era stato anche autorizzato a dormire a casa del figlio. Sembra però che non fosse autorizzato a cenare al ristorante, e invece lui ha cenato al ristorante col figlio. Ed è stato scoperto. Perciò il Procuratore della Corte d’appello ha chiesto al giudice di sorveglianza di revocare i domiciliari. E il giudice di appello ha accolto la richiesta. Ieri mattina Denis Verdini è stato prelevato da una pattuglia di carabinieri, trasferito a Sollicciano (Firenze) e chiuso in cella. Dovrà restare in prigione per altri otto anni, fino al 2032, quando avrà 81 anni. Otto anni di prigione per avere cenato non autorizzato al ristorante.

Verdini è stato un personaggio chiave nella politica italiana, sia come luogotenente e uomo di relazioni di Silvio Berlusconi, sia come luogotenente e uomo di relazioni di Matteo Renzi. Ma questo conta pochissimo. Conta, per me, che Verdini è un essere umano. Come tanti altri esseri umani dei quali non conosco nome e cognome, né anno di nascita, né mestiere, e che però, come Verdini, ora vivono in una gabbia con le sbarre di ferro, per avere, come Verdini (forse) violato alcune regole o commesso pasticci finanziari, o magari essersi appropriati di sostanze in modo illegale. Voglio dire: stanno dietro le sbarre pur non essendo pericolosi e pur non avendo mai commesso nessuna violenza.

Per me è una cosa assurda. E molto dolorosa. Posso solo immaginare la sofferenza che prova oggi Denis Verdini mentre la polizia, o i carabinieri, lo fanno salire in macchina. Non lo conosco personalmente: lo ho incontrato una volta per caso vicino a Montecitorio, prima dell’arresto, e ci siamo salutati, e poi lo ho sentito due volte per telefono per ragioni professionali. Non ho né simpatia né antipatia per lui. Lo considero esattamente come considero un rom, o una rom senza fissa dimora, messi in gabbia per un borseggio, come considero un piccolo spacciatore, un autore di piccola truffa, un povero ladro, un immigrato calpestato dalle orride leggi varate dalla sinistra, dalla destra e dai Cinque Stelle. Cioè lo considero un essere umano e un detenuto. E quindi un appartenente alla categoria più fragile e indifesa degli esseri umani. Non mi interessa la sua collocazione politica e la sua biografia. Non discuto la correttezza dei giudici che hanno applicato la legge. Mi chiedo - sinceramente - cosa debba provare in cuor suo un giudice costretto a umiliarsi, applicando una legge folle, e decidendo perciò di togliere otto anni di libertà a un anziano signore. Mi indignano queste cose? Di più: non riesco proprio a comprendere come possano non essere travolti dall’angoscia i carcerieri che prendono queste decisioni crudeli. Un abbraccio a Verdini e alla famiglia Verdini.

P.S. Mi dicono: ma voi siete l’Unità! E l’Unità si sbraccia per difendere un avversario politico che comunque è stato condannato per avere commesso dei reati? Non c’è una grande contraddizione? No, non c’è nessuna contraddizione. L’Unità è sempre dalla parte degli ultimi. E gli ultimi degli ultimi sono i detenuti. Se non si capisce questo non si capisce niente.