sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Eleonora Camilli

La Stampa, 13 febbraio 2024

La fotografia scattata dalla Fondazione Ismu nel rapporto annuale presentato oggi a Milano. Diminuiscono gli stranieri regolari non residenti e irregolari, mentre aumenta il loro peso nel mondo del lavoro e nella scuola. È un’immigrazione dai tratti sempre più stabili quella che emerge nella fotografia scattata dalla Fondazione Ismu nel suo rapporto annuale presentato oggi a Milano. Stando ai dati, al 1° gennaio 2023 gli stranieri presenti in Italia sono circa 5 milioni e 775mila, 55mila in meno rispetto alla stessa data dell’anno precedente. Per effetto dell’ultima regolarizzazione diminuisce la componente degli irregolari, che si attesta sulle 458mila unità, contro le 506mila dell’anno precedente. Un’ emersione che ha contribuito nel 2023 a segnare il record storico delle assunzioni di personale immigrato: oltre quota un milione (1.057.620). Ma è un impiego che si realizza in mansioni sotto qualificate e mal retribuite. Anche il numero degli alunni con background migratorio nelle scuole italiane è tornato a crescere a un ritmo che- secondo i ricercatori - porterà in circa 10 anni a superare il milione di presenze sui nostri banchi. Secondo Livia Ortensi, responsabile statistica dell’Ismu “è evidente l’apporto sempre più strutturale degli immigrati nel nostro paese. L’Italia resta un paese di arrivo e transito ma è in atto una stabilizzazione delle persone che sono qui da ormai diversi anni. E che si evidenzia nella diminuzione dei regolari non residenti e l’aumento delle acquisizioni di cittadinanza, quasi raddoppiate rispetto all’anno precedente”.

Dopo il baby boom degli stranieri degli anni scorsi però si registra un calo nelle nascite. “Il ruolo dell’immigrazione nel mitigare i numeri del nostro inverno demografico resta importante - spiega la ricercatrice- ma i tassi di natalità degli immigrati si stanno attestando su quelli degli italiani. Va detto anche che molte donne sono arrivate negli anni scorsi per effetto dei ricongiungimenti familiari e abbiamo avuto una serie di nascite concentrate in quegli anni”.

In totale i bambini di origine straniera che frequentano le scuole italiane sono 872.360, pari al 10,6%. Il 44% è di origine europea (la cittadinanza più numerosa è la Romania, seguono Albania e Marocco). La stragrande maggioranza (il 67,5% del totale) è nato in Italia anche se considerato straniero perché senza cittadinanza. Non tutti però frequentano la scuola con risultati positivi: il ritardo scolastico riguarda uno studente su quattro tra quelli di origine non italiana. Un aspetto preoccupante soprattutto perché spesso porta all’abbandono precoce degli studi. Un dato in controtendenza è, invece, l’aumento delle iscrizioni nei licei, mentre si è ridotta la loro presenza negli istituti professionali.

Quanto agli arrivi via mare, nel 2023 i numeri hanno registrato un aumento record, raggiungendo livelli pari a quelli del periodo 2014-2017, gli anni cioè della cosiddetta crisi dei rifugiati. Sono arrivate sulle nostre coste 157mila persone, con una crescita del 67,1% rispetto allo stesso periodo del 2022 e del 133,6% rispetto al 2021. In particolare, sono aumentati i flussi dalla Tunisia (+200%) e leggermente diminuiti quelli dalla Libia. In crescita anche le morti in mare nel Mediterraneo centrale: passate da 1.417 a 2.498, pari rispettivamente a 9 e 13 ogni 1.000 tentati attraversamenti.