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di Andrea Ossino

La Repubblica, 4 febbraio 2023

A breve inoltre potrebbero essere ascoltati diversi dipendenti del Dap e del Gom, il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria. Non solo persone che potrebbero essere informate sui fatti, ma anche funzionari in grado di chiarire le procedure.

Prima le acquisizioni documentali, poi le testimonianze. Procede a ritmo spedito il fascicolo nato dopo l’esposto presentato dal parlamentare dei Verdi Angelo Bonelli sulla vicenda che ha coinvolto Giovanni Donzelli. Il deputato di Fratelli d’Italia, in aula ha “reso pubbliche intercettazioni ambientali del Dap (il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) tra esponenti della ‘ndrangheta e della camorra con Alfredo Cospito”, ha scritto Bonelli dando di fatto l’input all’indagine.

L’inchiesta adesso è nelle mani del procuratore aggiunto Paolo Ielo e ha già portato gli investigatori tra le stanze del ministero di Giustizia, dove sono stati acquisiti alcuni documenti utili per approfondire la vicenda. A breve inoltre potrebbero essere ascoltati diversi dipendenti del Dap e del Gom, il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria. Non solo persone che potrebbero essere informate sui fatti, ma anche funzionari in grado di chiarire le procedure.

L’obiettivo è duplice. Da un lato occorre fare chiarezza sull’accaduto e dall’altro bisogna verificare le norme che regolano la divulgazione dei documenti che Donzelli ha ritenuto di poter sbandierare in aula per supportare la provocatoria richiesta che ha dato il via al coro di proteste: “Voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi”. Mentre dall’opposizione si solleva un coro di critiche, dalle parti di piazzale Clodio si lavora per appurare se siano stati commessi reati.

Difficilmente infatti i magistrati si accontenteranno delle parole pronunciate dal ministro Carlo Nordio, che in una nota ha affermato di aver concluso “rapidamente la ricostruzione dei fatti richiesta dopo il dibattito parlamentare del 31 gennaio 2023” e di aver accertato che Donzelli si sarebbe riferito a documenti non coperti da segreto: “Non risultano apposizioni formali di segretezza e neppure ulteriori diverse classificazioni sulla scheda”, dice Nordio.

Tuttavia lo scopo dell’indagine romana non è solo quello di verificare se quei documenti fossero o meno coperti da segreto e il tipo di classificazione a cui fossero sottoposti. Occorrerà capire se le procedure sono state rispettate. Segreti o meno, si tratta infatti di atti d’ufficio e la rivelazione è regolamentata da modalità specifiche che adesso verranno analizzate dagli investigatori. Una verifica da cui dipende non solo il futuro di Donzelli, ma anche quello del suo coinquilino, il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, che a Repubblica ha dichiarato di “aver solo sintetizzato alcuni fatti” al parlamentare con cui condivide l’appartamento romano, mentre in realtà avrebbe passato integralmente gli atti al collega di partito per aiutarlo ad attaccare l’opposizione a discapito delle informazioni sensibili rivelate.