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di Franco Giubilei

La Stampa, 29 gennaio 2024

Sono 30 mila, in 20 anni, le persone finite in galera senza colpe. Quasi un miliardo le spese per lo Stato. Gli anni di libertà rubati dalla giustizia italiana costano cari per le spese di risarcimento che lo Stato è chiamato a rifondere, due milioni e 460 mila euro all’anno, ma non hanno prezzo per le persone che subiscono la detenzione essendo innocenti. I numeri danno la dimensione di un fenomeno che in vent’anni, fra il ‘91 e il 2021, ha colpito 30 mila persone nel nostro Paese: significa che in media ogni anno 961 cittadini finiscono dietro le sbarre senza avere alcuna responsabilità dei delitti che vengono loro attribuiti. Nel lasso di tempo interessato, lo Stato ha sborsato quasi un miliardo di euro, 932.937.000 per l’esattezza. Nel solo 2022, 539 persone sono state incarcerate innocenti, per una cifra di 27 milioni 378 mila euro per indennizzi liquidati.

Si potrà obiettare che l’errore, nelle indagini e nei processi così come in qualsiasi altra attività, non è umanamente eliminabile, ma qui c’è qualcosa di più se l’ingiusta detenzione investe tanta gente. Occorre comunque distinguere fra quanti “subiscono una custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, salvo venire assolti” e le persone che restano vittime di errori giudiziari veri e propri, cioè coloro che “dopo essere stati condannati con sentenza definitiva vengono assolti in seguito a un processo di revisione”, spiegano Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone. Sono i giornalisti che da oltre venticinque anni osservano il fenomeno dal loro osservatorio del sito www.errorigiudiziari.com.

I dati fanno riferimento al 2022, quando gli errori giudiziari sono stati otto, uno in più rispetto all’anno precedente, mentre nell’arco dei ventun anni dal ‘91 in poi il totale ammonta a 222 casi - in media sette all’anno - per una spesa complessiva per risarcimenti di 76 milioni 255 mila euro. Se ci si ferma a considerare solo il 2022 la spesa ha sfiorato i dieci milioni, ma qui a colpire è il divario all’anno prima, quando la cifra era sette volte più bassa. Gli autori dell’analisi a questo riguardo spiegano però che sull’elaborazione degli indennizzi pesano “i criteri di elaborazione dei risarcimenti, che sono molto più discrezionali e variabili rispetto a quelli fissati invece dalla legge per l’ingiusta detenzione”. Questa degli innocenti chiamati a pagare per delitti che non hanno commesso è solo una delle piaghe che affliggono il mondo carcerario italiano e chi ha la ventura di varcare i cancelli di un istituto di pena. Il sovraffollamento delle celle su cui era intervenuta anni fa l’Unione europea, stabilendo una superficie minima a disposizione di ogni detenuto, è tornato a farsi sentire: i reclusi hanno raggiunto quota 60 mila mentre la capienza degli istituti ammonta ufficialmente a 51.272 posti.

Ai detenuti in sovrannumero corrispondono, secondo i sindacati di categoria, organici insufficienti di polizia penitenziaria. Un disagio che si esprime anche nel numero abnorme di suicidi, uno ogni cinque giorni, denuncia l’associazione Antigone.