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di Liana Milella

La Repubblica, 16 settembre 2023

Il Guardasigilli porterà in Cdm lunedì prossimo nuove norme per ridurre gli ascolti, ma fonti del ministero frenano. Ma è già in atto il blitz sul decreto alla Camera. Peggio che ai tempi di Berlusconi. Contro le intercettazioni, nonostante la responsabile Giustizia della Lega Giulia Bongiorno le abbia appena definite “indispensabili”. Ma il Guardasigilli Carlo Nordio sta preparando misure per ridurne l’uso per portarle nel consiglio dei ministri di lunedì prossimo, anche se dal ministero frenano: “Nessuna stretta sulle intercettazioni in arrivo in Cdm”, riferiscono fonti di via Arenula aggiungendo che il “ministro ha seguito con grande interesse i proficui lavori della Commissione presieduta dalla senatrice Giulia Bongiorno, all’esito dei quali saranno concordate le future iniziative di riforma”. Intanto, in via Arenula c’è stata oggi una riunione di maggioranza. E alla Camera, Forza Italia e Azione stanno facendo a gara nel presentare emendamenti per limitare gli ascolti, soprattutto con le microspie attraverso trojan. Addirittura per decreto legge. Sicuramente le proposte, davvero osé, saranno inammissibili, ma se la maggioranza dovesse forzare grazie ai suoi numeri preponderanti, esse troveranno alla fine lo stop del Quirinale.

Ma vediamo cosa succede. A partire dal ministro della Giustizia Nordio. Che ieri, proprio alla Camera, ha perfino annunciato quattro azioni disciplinari per altrettanti magistrati che avrebbero violato le norme sulla presunzione d’innocenza, il decreto legislativo Cartabia che blocca le conferenze stampa dei pm, salvo non ci siano “motivi di interesse pubblico”. Ma adesso è la volta delle intercettazioni su cui sta lavorando tutto il suo staff con l’obiettivo, anche in questo caso, di garantire la presunzione d’innocenza, quindi nessun ascolto deve finire sui giornali.

In attesa del suo exploit ci pensano ad anticiparlo Forza Italia e Azione, sfruttando anche la presenza, come sottosegretario di riferimento, dell’avvocato forzista e vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto che, nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, seguirà l’iter del decreto Mantovano-Nordio varato il 10 agosto, dopo le sollecitazioni del procuratore nazionale antimafia Gianni Melillo, per salvare le intercettazioni sulla mafia e sui reati commessi “con il metodo mafioso”.

Vogliono trasformare un decreto nato per “salvare” le intercettazioni in uno strumento per demolirle. Un decreto capestro contro gli ascolti. Basta scorrere l’elenco degli emendamenti presentati da Enrico Costa di Azione e quelli di Forza Italia, frutto del lavoro del vice presidente forzista della commissione Giustizia Pietro Pittalis e del capogruppo di FI Tommaso Calderone, di professione avvocato penalista.

Ma partiamo da Azione. Il pm sarà costretto, a fine indagine, a depositare i costi delle intercettazioni. E visto che su di lui incombe anche il fascicolo biografico-professionale, magari anche un esborso eccessivo potrebbe pesare soprattutto se perde il processo. Ma questo Costa ancora non lo chiede. Altra “vendetta” invece sui giornali che hanno pubblicato atti coperti dal segreto e che “perdono il diritto di ottenere il contributo dello Stato per l’anno in cui si è consumata la violazione”.

Stop ai trojan nelle case - E ancora: stop al trojan nelle case, perché la vita privato anche di un indagato va tutelata, non può essere spiato in camera da letto o nel suo bagno. “La privacy della vita familiare non può essere violata da registrazioni in momenti di stretta intimità personale” scrive Costa. Che, appunto, parla solo di “registrazioni” in quanto vieta tutte le funzioni video dei trojan limitandone l’uso alla sola possibilità di registrazione vocale. E ancora: i trojan solo per la mafia. E se l’emendamento non venisse accolto, allora sia non un solo giudice, ma un collegio ad autorizzarlo. Trojan solo per la criminalità, stop al suo uso per la corruzione voluto dall’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede. E ancora. Trojan solo per registrare conversazioni, ma non potrà più “acquisire screenshot, documenti, video, files”. Cioè non sarà più un Trojan…

E infine un’ossessione della destra, stop anche alle intercettazioni a strascico: i risultati di un ascolto autorizzato per un reato non potrà più essere usato per reati diversi da quelli oggetto dell’autorizzazione stessa, salvo che non si tratti di delitti gravissimi. Qualora dovesse emergere la notizia di un delitto il pm dovrà chiedere una nuova autorizzazione. È la stessa proposta che al Senato, in commissione Giustizia, fa il capogruppo di Forza Italia Pierantonio Zanettin, cioè un ritorno alla sentenza delle sezioni unite della Cassazione del 2020, nota come sentenza Cavallo dal nome del suo estensore. Poi stoppata durante il governo giallorosso.

E sempre Forza Italia è protagonista alla Camera di richieste altrettanto tranchant. Scritte dalla coppia Pittalis-Calderone. Innanzitutto un altolà allo stesso decreto Mantovano-Nordio perché arriva il no di Fi sulla possibilità di applicarlo ai processi in corso. Cioè proprio la ragione per cui il decreto è stato fatto, quella di salvare i processi. E ancora: Trojan solo per i reati più gravi, mafia, sequestro di persona, contrabbando, traffico di droga, riduzione in schiavitù. E poi stop anche per loro alle intercettazioni “a strascico” a meno che non si tratti di reati gravi. Stop pure alla trascrizione di fatti irrilevanti ai fini dell’indagine e dei fatti personali che “hanno un’elevatissima potenzialità lesiva della reputazione e della privacy”. Perfino stop alla “trascrizione anche sommaria”. Niente nomi e cognomi delle persone estranee all’indagine. L’indagato deve perfino poter “verificare la regolarità degli impianti utilizzati per fare le intercettazioni”. E infine, quanto al Trojan, si pretende una motivazione “più stringente” per il suo uso che comunque dovrà comportare “la sussistenza di gravi indizi di reato”.

Per decreto legge, ovviamente, tutto questo non è ammissibile, poiché non esistono i presupposti di necessità e urgenza per farlo. Vedremo che indicazioni darà il vice ministro Sisto. Ma forse si tratta di una precisa indicazione a Carlo Nordio che dovrà inserire le richieste di Forza Italia e quelle di Azione, soprattutto dopo la visita in via Arenula di Carlo Calenda ed Enrico Costa che hanno garantito il loro appoggio parlamentare. E un pugno di voti fa sempre comodo.