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www.ncr-iran.org, 2 gennaio 2015

 

I boia del regime iraniano hanno impiccato un gruppo di sette detenuti lunedì nella prigione principale della città di Orumieh nell'Iran nord-occidentale.

I prigionieri giustiziati provenivano da Kermanshah, Sanandaj e Shiraz. Non sono state fornite altre informazioni sulle vittime. Il regime teocratico in Iran si rifiuta di interrompere il suo ciclo di atrocità ed esecuzioni persino durante il Natale. Gli aguzzini del regime hanno impiccato almeno sette detenuti nella prigione di Adelabad a Shiraz all'alba del giorno di Natale.

Il 14 e il 18 Dicembre altri dieci detenuti sono stati impiccati in segreto nella stessa prigione, nota per essere una delle strutture con le condizioni più vergognose. Intanto un funzionario della magistratura del regime iraniano ha respinto le critiche internazionali sull'alto tasso di esecuzioni del regime per reati legati alla droga dicendo: "Nessuna sentenza può sostituire una condanna a morte". Mohammadreza Habibi, capo della magistratura della provincia di Yazd (Iran centrale) ha detto sabato: "Provvedimenti duri ed esecuzioni ridurranno il traffico di droga ed intensificheranno il controllo nel paese. E coloro che introducono questi materiali (droghe) nel paese dovranno essere severamente puniti".

Mohammadreza Habibi, ha ammesso che in secondo le stesse leggi del regime, tra cui la disumana "Legge del Taglione", la pena di morte non è necessaria per i crimini legati alla droga. Tuttavia ha detto che alcune condanne a morte devono essere applicate "in base alla situazione sociale e alle sentenze dello stato".

Da quando Hassan Rouhani è divenuto presidente del regime teocratico in Iran almeno 1.200 persone sono state giustiziate e tra queste: prigionieri politici, donne e ragazzi minorenni all'epoca del delitto commesso.

All'inizio di questo mese, molte organizzazioni in difesa dei diritti umani hanno chiesto all'Ufficio delle Nazioni Unite per le Droghe e il Crimine di smettere di fornire aiuti al regime di Terna fino a che non avrà abolito la pena di morte per i reati legati alla droga.