di David Romoli
L’Unità, 16 agosto 2024
È un’impostazione inedita. Il partito di Tajani non parla più solo di conquistare l’elettorato moderato incerto, nella sostanza quello più tentato dall’astensione. Mira a rubare voti al Pd. Forza Italia da una parte, Lega dall’altro e FdI in mezzo. La rissa scoppiata ieri nel centrodestra intorno a una possibile riforma della cittadinanza chiama direttamente in causa il partito di Giorgia Meloni e non stupisce che sulla questione proprio FdI dal vertice alla base scelga il silenzio. Ad aprire le ostilità, ieri, è stato il Carroccio, prendendo di mira le indiscrezioni, peraltro fondate, che attribuivano al partito fondato da Berlusconi un’apertura sullo Ius Scholae. Con questa formula il progetto di legge originario prevedeva il riconoscimento della cittadinanza italiana ai minorenni nati in Italia o arrivati prima dei 12 anni al termine di un ciclo di studi di 5 anni.
La proposta di Fi raddoppia il percorso scolastico necessario per la cittadinanza portandolo a 10 anni. La Lega si è imbestialita e ha aperto il fuoco con un post contundente nella forma oltre che nel contenuto. È infatti corredato da una foto di Antonio Tajani e una di Elly Schlein e sarebbe bastato questo per dire tutto.
Il testo conferma: “La legge sulla cittadinanza va benissimo così e i numeri di concessioni lo dimostrano. Non c’è nessun bisogno di Ius Soli o di scorciatoie”. Il titolo completa l’opera: “Il Pd rilancia lo Ius Soli. Il Pd apre un varco a destra”. Gli azzurri non hanno chinato la testa e si sono affrettati a rispondere per le rime, tramite il portavoce del partito Raffaele Nevi. “La nostra posizione non è quella di attaccare gli alleati. Per cui stigmatizziamo questo post”, esordisce Nevi, poi entra nel merito: “Sul tema c’è un dibattito aperto da anni. Noi abbiamo la nostra posizione portata avanti anche dal presidente Berlusconi: siamo possibilisti sullo Ius Scholae. Ma siccome non fa parte del programma di governo rispettiamo la posizione degli altri. Sarebbe bello che tutti facessero la stessa cosa”. Il portavoce azzurro però ci tiene a segnalare che non si tratta di una divaricazione episodica e casuale.
Come se nulla fosse squaderna una prospettiva strategica in rotta di collisione con quella di Salvini: “Nel campo della sinistra moderata ci sono molti elettori che non si riconoscono più nella visione della Schlein e guardano con attenzione a Fi proprio per la sua natura liberale, attenta ai diritti civili. Noi andiamo avanti per la nostra strada”. È un’impostazione inedita. Il partito di Tajani non parla più solo di conquistare l’elettorato moderato incerto, nella sostanza quello più tentato dall’astensione. Mira a rubare voti al Pd, occupando lo spazio centrista anche sul fianco sinistro dell’elettorato, quello che Renzi e Calenda hanno fallito nel tentativo di colonizzare, con l’ambizione di pescare nelle stesse acque del Nazareno. Visione opposta a quella della Lega, che mira invece a spostare ancora più a destra l’asse della coalizione.
Il litigio a distanza prosegue per tutto il giorno. I centristi dell’altra sponda, da Iv ad Azione a +Europa applaudono, Renata Polverini, ex governatrice del Lazio rilancia e rincara: “Con le Olimpiadi gli italiani hanno definitivamente compreso che l’italianità è un insieme di valori condivisi e non una questione di epidermide. Questo sentimento nuovo deve essere colto dalla politica portando a compimento il progetto di legge sullo Ius Scholae al quale ho lavorato per due legislature con l’incoraggiamento di Silvio Berlusconi”. In concreto, se l’opposizione riuscirà a portare il tema in aula, Fi, come conferma il portavoce Nevi, “ribadirà la sua posizione storica sullo Ius Scholae e la porterà avanti”. Una spaccatura clamorosa e radicale nella maggioranza sarebbe a quel punto inevitabile.
Va da sé che la premier preferirebbe di gran lunga evitare un passaggio così spinoso e lacerante. Ma il problema potrebbe essere destinato a investire anche il suo partito. Sul tema della cittadinanza e in generale delle pulsioni sospette di razzismo FdI ha avviato una revisione e uno slittamento di posizioni che è stato evidente proprio in occasione delle Olimpiadi. L’ex portavoce del Msi di Almirante ha riscosso in diretta tv l’applauso di Gianni Cuperlo, rivendicando l’italianità di atlete e atleti immigrati: “Noi siamo un Paese di immigrazione”. Il ministro Lollobrigida, anche per lavare la macchia di quella infelicissima dichiarazione sulla “sostituzione etnica” si è lanciato un vero peana: “Triste è il mondo di chi vede bianco e nero. Dei nostri splendidi atleti e atlete noi vediamo solo l’azzurro”. Su questo fronte, come su molti altri, FdI è a un bivio. Dovrà scegliere tra la fedeltà alle origini, quando le sue posizioni non era diverse da quelle della Lega oggi, e il coraggio di muovere un passo decisivo sulla strada della trasformazione in una forza di destra realmente liberale.