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quotidianocanavese.it, 1 ottobre 2023

Raffaele Orso Giacone è stato confermato Garante dei detenuti a Ivrea. Il Consiglio comunale gli ha rinnovato la fiducia all’unanimità dopo due anni di intenso lavoro all’interno della casa circondariale. Al centro delle cronache giudiziarie per due inchieste sui presunti pestaggi subiti da alcuni detenuti, il carcere d’Ivrea è stato al centro dell’ultimo Consiglio comunale della città, dal momento che il parlamentino eporediese ha dovuto scegliere il nuovo garante dei detenuti. Nuovo almeno nella forma dal momento che, a fronte di tre candidature, maggioranza e opposizione hanno scelto di dare continuità alla figura del garante: Raffaele Orso Giacone, il garante uscente, è stato confermato nel ruolo, preferito alle candidature di Oscar Argentero e Mariano Turigliatto.

Prima della riconferma, il Garante ha relazionato al Consiglio sull’attività di questi due anni, segnalando diverse criticità e qualche importante passo avanti. “Ho effettuato in questi mesi almeno una visita a settimana con una decina di colloqui ogni volta, oltre a quelli con il personale. E tra le azioni ricorrenti, oltre ai rapporti con gli altri Garanti, segnalo il lavoro svolto con i volontari, fondamentali per la ripresa delle attività post Covid: corsi di formazione, incontri, laboratori e spettacoli teatrali”.

Sulle presunte violenze (scoperte a seguito delle denunce di alcuni detenuti e dalle relative indagini delle procure di Torino e Ivrea), Orso Giacone ha confermato di essersi costituito parte civile, così come hanno fatto i suoi predecessori. Ma gli episodi, che vedono tra gli indagati anche funzionari e agenti della polizia penitenziaria, sono ormai datati nel tempo: “Tra poco inizieranno i processi - ha spiegato il garante - ma devo dire con forza che, fin qui, da quando ho questo ruolo, non ho ricevuto denunce in merito”. Sul personale, il Orso Giacone ne ha sottolineato la professionalità, “l’impegno e la disponibilità ad offrire relazioni umane”. Soprattutto sui ruoli apicali (direttore, comandante ed ispettori) sono aumentate le presenze e le attività.

Preoccupa di più, caso mai, lo stato della struttura e la difficoltà ad attivare corsi di formazione, avviamenti al lavoro e progetti di reinserimento che, sulla carta, sono alla base delle attività del carcere. “In quanto alla struttura non è cambiato molto: d’estate fa troppo caldo, d’inverno fa troppo freddo. Ci sono ambienti umidi dove le grate sono opprimenti e i serramenti non adeguati. Mancano i sanitari e in molti casi le celle, progettate per una sola persona, ospitano almeno due detenuti. Il sovraffollamento non è diminuito. Qualche passo avanti, però, c’è stato: dai lavori di ritinteggiatura alla riapertura del campo sportivo, sistemato grazie all’intervento di una ditta che ha donato due camion di terra”.

Tra gli aspetti che sono migliorati anche la presenza costante di un medico, la possibilità di ottenere visite specialistiche, l’arrivo di due dentisti che si occupano dei detenuti. “C’è però ancora molto da fare perché, ad esempio, non sono risolti i problemi di salute mentale e di dipendenza dai farmaci, anche per l’utilizzo forse eccessivo di psicofarmaci, a volte non regolari”.