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di Liborio La Mattina

giornalelavoce.it, 7 settembre 2024

Volontari e associazioni lanciano un appello alle comunità locali: “Insieme possiamo ridare dignità ai detenuti e costruire una società più sicura”. Incontro pubblico il 4 ottobre. È giunto il momento di parlare di un tema che spesso viene messo in secondo piano: il sistema carcerario italiano. Una lettera accorata e ben articolata ci arriva dall’Associazione Volontari Penitenziari “Tino Beiletti” e da altre realtà del territorio, che puntano i riflettori sullo stato critico delle carceri, in particolare quello di Ivrea. Il Presidente della Repubblica, nel marzo scorso, ha lanciato un appello importante: riformare il sistema penale, garantendo il rispetto della dignità delle persone recluse e migliorando la sicurezza delle comunità. Ma l’appello, secondo i volontari, è rimasto inascoltato. Oggi, la situazione nelle carceri è drammatica, con strutture sovraffollate, scarse opportunità educative e lavorative, e un clima generale di abbandono.

Il carcere di Ivrea è un simbolo di questo degrado: due sole educatrici per oltre 250 detenuti. Un numero di operatori mai così basso, tanto che persino la tipografia interna, attiva dagli anni 80, non può più lavorare a causa della mancanza di personale amministrativo in grado di gestire le fatture. Le biblioteche sono chiuse, e le attività culturali, che dovrebbero offrire un’alternativa all’ozio, spesso non vengono nemmeno avviate per mancanza di risorse umane. Questo stato di abbandono invia un messaggio devastante ai detenuti: “Non ci aspettiamo nulla di buono da voi.”

È un messaggio che, come sottolineano i volontari, genera disperazione, senso di esclusione e inimicizia, anziché promuovere la riabilitazione e la reintegrazione nella società. Eppure, l’appello lanciato nella lettera invita a guardare oltre. I volontari chiedono alle comunità locali, ai Comuni e alle istituzioni di fare un passo in avanti, di collaborare per creare nuove opportunità di lavoro, volontariato e formazione per i detenuti.

Alcuni Comuni, come Borgiallo, Chiesanuova, Ivrea e Vidracco, stanno già facendo la loro parte, ma si può fare di più. È una sfida, certo, ma anche una grande opportunità per costruire una comunità più coesa e sicura. La proposta è chiara: aprire un dialogo e progettare nuove attività che offrano speranza e prospettive ai detenuti, coinvolgendo l’intera comunità. Il 4 ottobre, a Ivrea, si terrà un incontro aperto a tutti coloro che desiderano contribuire. Un’occasione per conoscere le esperienze già attive e per immaginare un futuro diverso per il sistema carcerario. Partecipare è un atto di responsabilità verso noi stessi e verso gli altri. Non si tratta solo di offrire una seconda possibilità a chi ha sbagliato, ma di contribuire alla costruzione di una società più sicura e giusta.

La lettera

Il 18 marzo il Presidente della nostra Repubblica, fondata sul lavoro, ha lanciato un appello a intervenire per rendere il nostro sistema penale rispettoso della dignità delle persone recluse, coerente con le leggi e con la nostra Costituzione e, aspetto non secondario e conseguente, capace di concorrere alla edificazione di una comunità più sicura nel rispetto delle leggi e della convivenza. Un appello ripetuto spesso in questi mesi, un appello che non ha trovato, secondo noi una adeguata accoglienza e risposta da parte del Governo e del Parlamento. Noi siamo testimoni del progressivo degrado del sistema penale del nostro Paese, e delle pesantissime condizioni di vita, e anche di lavoro, delle persone recluse o che vi lavorano.

Noi siamo testimoni e sentiamo la responsabilità di partecipare alla azione educativa, ma sentiamo anche il dovere di dire forte che oggi tale azione è quasi impossibile. Le carceri sono troppo piene di persone ma soprattutto sono troppo vuote di attività, e di proposte che generino speranze, producano cambiamento e, quindi, sicurezza.

Nel carcere di Ivrea operano 2 (due) educatrici per più di 250 persone detenute! poche altre figure sono dedite ad attività educative: mai così poche in passato. Mancano anche figure amministrative: la tipografia che, dagli anni ‘80, lavora all’interno non lavora per clienti esterni perché non c’è personale sufficiente per emettere le fatture per i servizi prestati. Spesso attività culturali, educative, ricreative che le nostre associazioni di volontari propongono, anche con la partecipazione di persone e gruppi del territorio, non sono realizzate perché manca personale. Da anni la maggiore biblioteca è chiusa ed è sospeso il fruttuoso rapporto che esisteva con la Biblioteca Comunale per accesso ai libri e quale occasione di volontariato: succede a Ivrea capitale italiana del libro 2022.

Per questo ci rivolgiamo a Voi che siete una importante rappresentanza delle nostre comunità che hanno nella propria storia e nella propria cultura, forte la considerazione per il lavoro e la formazione e la crescita della persona come indispensabili ingredienti di comunità coese e sicure. La condanna all’ozio a cui sono sottoposte le persone detenute contiene questo chiaro e distruttivo messaggio: “non pensiamo possiate avere un ruolo positivo nella comunità! Non ci fidiamo di voi! Da voi non ci aspettiamo niente di buono”.

Questo è un messaggio sbagliato e dannoso che genera disperazioni e inimicizia. Buona parte della nostra azione di volontari in carcere è rivolta, invece, a proporre un ruolo positivo, utile a sé e alla comunità. Possiamo farlo assieme? Ve lo chiediamo convinti che ciò sia utile per tutta la comunità Già in passato diversi Comuni hanno organizzato attività di volontariato, cantieri di lavoro e lavori socialmente utili per l’impiego di persone detenute nel carcere di Ivrea, ammesse alla attività esterna. Oggi ci risultano essere attuati dai Comuni di Borgiallo, Chiesanuova, Ivrea e Vidracco.

Possiamo fare di più? Vi proponiamo un incontro per ragionare su questo, conoscere le esperienze in atto, avviare una progettazione. Aprire speranze: venerdì 4 ottobre ore 14,30 - 18,30 a Ivrea in sede da definire secondo le adesioni. Vi chiediamo di rispondere a questa mail scrivendo, entro il 10 settembre, a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. manifestando il Vostro impegno a partecipare. In base alle adesioni definiremo la sede e vi informeremo tempestivamente. Allo stesso indirizzo e al 333.3708054 per altre informazioni.

Associazione Volontari Penitenziari “Tino Beiletti” - ODV

Associazione Fraternità di Lessolo - ODV

Associazione Santa Croce onlus

Associazione Culturale Rosse Torri

Caritas Diocesi di Ivrea

Officine del Terzo Settore