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quotidianocanavese.it, 3 luglio 2023

Iniziativa promossa dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta e da Radicali Italiani. Sabato e domenica delegazioni di una decina di persone hanno varcato le porte delle carceri di Biella e Ivrea. Gli ingressi autorizzati dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sono stati organizzati dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta e da Radicali Italiani. Insieme al Presidente di Radicali Italiani Igor Boni, ai coordinatori dell’Associazione Aglietta, Andrea Turi, Lorenzo Cabulliese e Giorgio Maracich, hanno varcato i cancelli per la visita alle strutture altre 15 persone che per la prima volta sono entrate in carcere a fare una visita.

“La carenza inaccettabile di educatori e di personale, anche di quello amministrativo, e la mancanza di stabilità nella direzione delle strutture rischia di vanificare i miglioramenti che abbiamo riscontrato - dice in merito Igor Boni - dopo vicende molto gravi sulle quali la magistratura sta indagando in queste due strutture si vede un cambio di passo. Il Magistrato di sorveglianza, a detta di tutti, risponde tardivamente alle tante domande dei detenuti, spesso - troppo spesso - con risposte negative. Eppure proprio uno smaltimento nei tempi delle domande potrebbe favorire una decongestione delle stesse strutture carcerarie che vivono in un equilibrio precario. E’ probabile che lo stesso magistrato di sorveglianza viva una carenza di personale”.

“Ma la domanda è semplice e la faccio a questo Governo che vede nella carcerizzazione la risposta a tutto: invece di fare propaganda sulla pelle di chi vede i propri diritti negati, detenuti e agenti, sarebbe ora di investire risorse per consentire di riempire gli organici e inserire tutti gli educatori previsti. Basta con i proclami. Non serve essere un esperto per comprendere che queste strutture sono divenute sempre più discariche di marginalità che la nostra società non vuole vedere. Per questo portiamo e porteremo cittadini all’interno. Perché vedere è l’unico modo per capire e parlare di carcere a ragion veduta. Le carceri italiane nulla hanno a che vedere con la funzione rieducative della pena”.