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di Liborio La Mattina

giornalelavoce.it, 11 marzo 2023

Ilaria Cucchi a Ivrea per la “due-giorni” organizzata dall’Osservatorio per il Terzo Settore in collaborazione con l’Associazione Antigone, non poteva non far visita al carcere finito in questi anni più volte agli onori delle cronache per decine di abusi ai danni detenuti e per quella cella “liscia” denominata “Acquario” in cui venivano deputati e presi a manganellate fino allo sfinimento. Nessun preavviso, come il suo ruolo di parlamentare gli consente. S’è presentata davanti ai cancelli poco dopo pranzo e ne è uscita con le lacrime agli occhi.

La prima cosa che ha appreso dentro a quelle mura è stata la sospensione delle pubblicazioni del giornale on-line “La Fenice”, forse per le prese di posizione su Cospito. “Succede da due settimane, per questioni burocratiche. La decisione è stata presa dalla nuova direttrice Antonella Giordano. Mi impegnerò attraverso il Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziari) per garantire ai detenuti di poter continuare a parlare.”.

E poi giù, senza tanti giri di parole, sulla condizione pietosa in cui versa la struttura, sull’assenza di acqua calda nelle celle, su un reparto chiuso per un problema fognario, sulla totale inadeguatezza dei fondi a disposizione, sulla presenza di un solo medico e sulla necessità di avere anche degli specialisti, sulla mancanza delle telecamere e quelle, come si sa, sarebbero state importanti per evitare le “mattanze” o sconsigliare alle menti diaboliche di portarle avanti.

“Positivo che ci sia un reparto per i Trans ma occorre fornire anche loro le cure ormonali” ha concluso davanti alle telecamere di noi giornalisti. E sul giornale La Fenice qualche cosa da aggiungere c’è. Molte volte, infatti è stato l’unico mezzo per denunciare le inefficienze di un sistema carcerario che non ha pietà di nessuno.

Qui avevamo trovato e rilanciato il racconto di Gianluca Z., un ragazzo di 40 anni affetto dalla “Sindrome di Brugada di 1° grado”, definita anche “aritmia cardiaca”. Era, chissà se lo è ancora, uno degli oltre 240 detenuti. A dicembre aveva scritto una lettera alla redazione riassumendo molto bene il tragico momento che stava vivendo. Incredibile ma vero era dal 7 luglio che il medico gli aveva prenotato una visita cardiologica da eseguirsi con la massima urgenza ma il 7 dicembre la visita non c’era ancora stata... Certi cani, inutile negarlo, godono di molte, ma molte più attenzioni.

Il problema della sanità che in carcere non funziona, delle visite che non si riescono a fare perché mancano automezzi e uomini per l’accompagnamento, è stato uno degli argomenti di cui aveva parlato il Garante dei detenuti Raffaele Orso Giacone durante l’annuale relazione al consiglio comunale di Ivrea. È noto a tutti, ma leggere le parole da chi il problema lo vive sulla propria pelle fa davvero un altro effetto.

“Nel mese di febbraio 2020 - scrive Gianluca Z. - durante gli accertamenti di preparazione ad un’operazione a cui stavo per essere sottoposto, i medici casualmente hanno scoperto che soffrivo di tale patologia stabilendo - come risulta dai referti - che ne ero affetto da un paio d’anni, però non me ne ero mai reso conto. Il primo sintomo è stato notevole e si è manifestato nel mese di febbraio 2022, quando ho fatto rientro a casa dal lavoro. Quella volta mi hanno ricoverato all’ospedale d’urgenza e ci sono rimasto per due giorni”.

Davanti agli occhi Ilaria Cucchi, il film sul fratello Stefano e di quel medico che sorseggiava beatamente il caffè, nei pressi del distributore automatico, mentre gli agenti della polizia penitenziaria picchiavano un detenuto senza troppi patemi d’animo. Tutto scritto nero su bianco nel fascicolo di indagine della Procura di Torino sui pestaggi e le torture avvenute tra l’ottobre del 2015 e il novembre del 2016, a cui si aggiunge un pestaggio del 2021.