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di Paolo Virtuani

Corriere della Sera, 23 settembre 2023

In vigore un decreto che ne proibisce la vendita in negozi, erboristerie e tabaccai. Più Europa: “Follia proibizionista, si uccide un settore che vale 150 milioni all’anno”. Dal 20 settembre il cannabidiolo (Cbd), la cosiddetta cannabis light per uso orale, è considerato una sostanza stupefacente. Il base al decreto del ministro della Salute non potrà più essere venduto nei negozi specializzati in prodotti a base di canapa come negli smart shop ma anche in erboristerie e tabaccai, ma potrà essere richiesto solo in farmacia tramite presentazione di una prescrizione medica. È entrato infatti in vigore il decreto del ministero della Salute pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 agosto, che ha revocato la sospensione del decreto del 2020 (voluto dall’ex ministro Roberto Speranza) che inseriva le composizioni per somministrazione a uso orale di Cbd nella tabella dei medicinali allegata al testo unico sulle droghe.

Differenza tra Cbd e Thc - Il Cbd è un medicinale utilizzato per favorire il rilassamento, diminuire ansia e lenire dolori e potrà quindi essere acquistato in farmacia, ma solo su prescrizione medica e per determinate patologie. In farmacia sono venduti diversi preparati a base Cbd (sostanza diversa dal delta-9-tetraidrocannabinolo o Thc, che ha invece effetto psicotropo). Prodotti di Cbd con concentrazioni inferiori a quelli a uso medico, erano in vendita negli smart shop.

Oms e Corte europea di giustizia - “Il decreto non tiene conto delle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità e le sentenze della Corte europea di giustizia”, commenta l’ex senatore Marco Perduca, coordinatore della campagna Legalizziamo dell’Associazione Coscioni, “crea enormi problemi anche per la filiera italiana della canapa. Cosa accadrà a chi produce, vende o usa farine, pasta, biscotti o olio per condimenti a base di Cbd? Il 50% di chi compra prodotti con Cbd lo fa online, ora sarà il 100% in barba alle nuove regole e mettendo in ginocchio piccole e medie imprese italiane”. In Italia la vendita di prodotti a base di Cbd vale 150 milioni all’anno e la filiera impiega circa 10 mila persone.

“Idiozia proibizionista” - “Il Cbd non crea dipendenza e non comporta alcun danno per la salute umana”, aggiunge il segretario di Più Europa Riccardo Magi, mentre la polemica monta anche sui social. “Il governo Meloni vieta una sostanza che ha gli stessi effetti di una camomilla e la spaccia per guerra alla droga. È un mix tra idiozia proibizionista e ignoranza sulla materia che strangolerà un settore in forte crescita, con tante piccole e medie imprese, anche agricole gestite da giovani, che potrebbe rappresentare un’arma in più per il tanto evocato Made in Italy”.