di Alessandra Ziniti
La Repubblica, 13 settembre 2024
Il voto segreto non ha fatto il miracolo. È finita come ci si aspettava che finisse, con la maggioranza di centrodestra che, alla Camera, ministri tutti sui banchi del governo per evitare che mancassero voti, dichiara fuori legge la cannabis light affossando un settore da 500 milioni di euro e le opposizioni che, per l’ennesima volta, insorgono. “Ma vi pare possibile - attacca Riccardo Magi - che agricoltori che pensavano di avere magazzini pieni di tonnellate di una sostanza perfettamente legale, per la quale hanno ricevuto sovvenzioni nazionali ed europee, si ritrovino ad essere considerati dei narcos?”.
Così sarà se la norma che ieri è passata alla Camera con 157 sì, 109 no e due astenuti, verrà approvata anche al Senato. Dunque, un ulteriore passo avanti verso la messa al bando della coltivazione della canapa light “al fine di evitare che l’assunzione di prodotti costituiti da infiorescenze di canapa possa favorire, attraverso alterazioni dello stato psicofisico del soggetto assuntore, comportamenti che espongano a rischio la sicurezza o l’incolumità pubblica ovvero la sicurezza stradale”.
Così recita l’articolo approvato ieri, uno dei più contestati del disegno di legge sicurezza Piantedosi-Nordio che tra martedì e mercoledì passerà al voto definitivo della Camera. Un articolo che porta l’imprinting del governo, passato grazie a un emendamento curato dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio Alfredo Mantovano. Invano le associazioni di categoria hanno chiesto al governo di ascoltare le loro ragioni e fare marcia indietro ma non sono state neanche ricevute. E parte accesa la polemica tra opposizioni e maggioranza di governo con Matteo Mauri del Pd che mette nel mirino il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: “Una scelta di una gravità assoluta certificata dalla scomparsa del ministro Lollobrigida, che invece di difendere gli interessi del settore agricolo si è adeguato alla volontà della presidente Meloni”.
E il capogruppo di Fratelli d’Italia Foti richiama le “regole della democrazia. A partire da quelle che consentono al governo di presentare emendamenti a un disegno di legge dallo stesso promosso e al Parlamento di approvarli odi respingerli”. “Foti non sa di cosa parla. Il ddl sicurezza è di iniziativa governativa e l’emendamento sulla canapa lo ha promosso direttamente Palazzo Chigi”, la replica. Gli agricoltori non si rassegnano e lanciano un Sos al governo: non chiudeteci. “La coltivazione della canapa ha visto un numero crescente di agricoltori sotto i 40 anni investire ingenti risorse in questo settore.
A livello nazionale il 65% di queste aziende agricole è gestito da giovani agricoltori, con una percentuale significativa di donne. Inutile dire cosa accadrebbe se l’emendamento venisse confermato dal governo”, l’appello di Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna. Quale sarà l’effetto concreto del provvedimento lo spiega Fabrizio Benzoni di Azione: “I prodotti dei supermercati con cosmetici e creme saranno prodotti con canapa straniera, con gravi danni al sistema produttivo e agricolo italiano”.
Voto compatto della maggioranza anche per l’altro contestatissimo provvedimento che cancella il divieto di reclusione per donne con figli di età inferiore ad un anno, destinato a far aumentare il numero di bimbi piccoli dietro le sbarre insieme alle madri, attualmente ben ventuno. “La priorità è fermare il fenomeno delle borseggiatrici che colpiscono cittadine e cittadini”, esulta il leghista Igor lezzi, cui replica duramente Laura Boldrini del Pd.
“Il ddl sicurezza è un viaggio nella galleria degli orrori. Dopo aver vietato a lavoratrici e lavoratori di protestare perché se fanno un blocco stradale vanno in galera da sei mesi a due anni, oggi tocca a una norma da brividi, che mette in carcere le donne incinte o con figli neonati. E lo ritengono giusto perché fatto contro le donne rom”.










