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di Francesco Grignetti

La Stampa, 28 settembre 2023

Il viaggio della Corte Costituzionale negli istituti riparte da Roma con dialoghi tra giudici e alunni. La presidente Silvana Sciarra: “La Carta va studiata nelle aule è un essenziale strumento didattico”. La Corte costituzionale riparte per il suo Viaggio in Italia dopo la pausa obbligata per Covid, che la porterà a parlare di Costituzione e di diritti costituzionali nelle scuole. Prima tappa, l’istituto tecnico “Galileo Galilei”, da oltre un secolo un’eccellenza nel panorama dell’istruzione a Roma. In questo imponente istituto che sorge all’Esquilino, e che può vantare Guglielmo Marconi tra i suoi padri e l’architetto Marcello Piacentini come progettista, simbolo di tutte le scuole secondarie dove si insegnano materie tecnico-scientifiche (al “Galilei” si formano tecnici industriali per elettronica, meccanica, informatica, robotica), arriva dunque una folta rappresentanza di giudici costituzionali con la presidente Silvana Sciarra e il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Ed è evidente che si pone un problema: come appassionare dei ragazzi tra i 17 e i 18 anni a questi temi? La presidente Sciarra supera brillantemente il problema. L’ambiente è uno dei temi che appassiona sempre i giovani. Le preme poi parlare di parità tra uomo e donna. E della dignità del lavoro. Scommessa vinta, a giudicare dal silenzio attento dell’aula magna gremita di studenti.

“Non è più tollerabile - scandisce la presidente - la disparità salariale a parità di lavoro”. Lo dice, Silvana Sciarra, ricordando nell’aula magna la carta costituzionale, all’articolo 37, laddove è scritto che “la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”. Uguali principi sono anche nel Trattato di Roma del 1957, che è il primo passo istitutivo dell’Unione europea. Epperò, dice Sciarra, “questo obiettivo non è pienamente raggiunto”.

La presidente Sciarra in origine è una giuslavorista. Studia da sempre il diritto del lavoro, che è stato il suo pane quotidiano. Lo rivendica con commozione. Ma le trema la voce quando deve riconoscere che la “uguaglianza tra uomo e donna”, sancita da principi e trattati, dopo tanti anni è ancora teoria e non pratica. “Sembra quasi paradossale”, aggiunge.

C’è una proposta di direttiva europea, in merito, che vorrebbe imporre ai datori di lavoro “un dovere di trasparenza circa le politiche salariali”. L’idea è di pubblicare tutti gli stipendi, in modo che ognuno possa controllare lo stipendio del vicino o della vicina. E così salterebbe agli occhi se ci sono, e di quale entità, una disparità salariale di genere. A Sciarra, la direttiva in questione non dispiacerebbe affatto. “Questa trasparenza aiuterebbe a prevenire le disparità”.

La scuola avrebbe un ruolo storico, dice Sciarra, e il ministro Valditara annuisce vigorosamente, nell’insegnare alle giovani studentesse “a non tirarsi indietro, rafforzando le occasioni per esplorare terreni lavorativi che solo cattive consuetudini inducono a ritenere preclusi alle donne”. In questo senso la Corte ha fatto la sua parte, tessendo “il filo di una parità sostanziale, che apre alle donne pari opportunità di scelta”.

Ora, questi problemi potrebbero sembrare lontani a una platea di studenti che si preparano con impegno a gestire un quadro elettrico, un software, un metaverso, ma magari sentono che il lavoro è ancora distante. E invece i giovani del “Galileo Galilei” la seguono rapiti. Così come era accaduto qualche minuto prima, quando ha raccontato loro dei giovani portoghesi che si sono rivolti alla Corte europea dei diritti dell’Uomo per vedersi riconosciuto il diritto a un ambiente salubre (“vi invito a seguire il processo sui giornali”), della Corte costituzionale della Bolivia che ha bloccato la deforestazione dell’Amazzonia, o della Corte costituzionale tedesca che ha bocciato una legge sulle emissioni perché troppo generica, o della nostra Corte costituzionale che con una famosa sentenza ha salvaguardato il paesaggio italiano.

Già, perché il diritto costituzionale a prima vista può apparire lontano, invece è vicinissimo alla quotidianità dei cittadini. E forse è anche il più facile da comprendere, anche perché la Costituzione è stata scritta meravigliosamente. “Dovrebbe essere letta e riletta nelle scuole. Si presta bene a essere uno strumento didattico”.

E anche perché, quando si avvicinano al tema dei diritti, nei giudici vibrano corde interiori che i giovani percepiscono molto bene. “Credo - dice ad esempio la presidente, rispondendo alla domanda di uno studente su quella volta che affrontarono il fine vita - che le nostre coscienze siano state fortemente sollecitate in quella decisione al punto da non farci dormire, da farci riflettere sul senso del nostro lavoro, e forse una risposta positiva l’abbiamo data, forse non del tutto completa ma quella che la Corte poteva dare in quel momento”.