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di Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo

La Stampa, 31 gennaio 2024

È stata violata la privacy di Ilaria Salis. Quelle immagini che la ritraggono condotta in aula, legata mani e piedi e tenuta alla catena, mai avrebbero dovuto essere trasmesse. Questo ci si aspetta che ora dica il Governo dopo tutte le corbellerie che abbiamo ascoltato in queste ore. Siamo convinti che in effetti ciò corrisponda perfettamente ai pensieri di coloro che, in nome della riservatezza, stanno letteralmente imbavagliando l’informazione.

Nessuna immagine di Ilaria Salis risolve magicamente ogni problema. Questa è la cultura democratica di coloro che si definiscono amici di Orban, premier dell’Ungheria. Un modello politico verso cui hanno sempre dichiarato di voler tendere. Quelle immagini, tuttavia esistono eccome. Ilaria Salis esiste ed è una cittadina Italiana, arrestata in quel paese che fa parte dell’Unione Europea e sottoposta a trattamenti disumani e degradanti ben documentati, perché si protesta innocente. Un altro imputato di nazionalità tedesca si è dichiarato colpevole. Nonostante sia stato pertanto condannato, è stato restituito al Paese d’origine. Delle due l’una: O la Germania conta di più di noi o Ilaria viene sottoposta a quell’orrore solo perché non ha confessato.

Entrambe le ipotesi sono politicamente inaccettabili perché indegne per un sistema che vorrebbe definirsi civile e democratico. Commovente è la difesa del Primo Ministro ungherese da parte del capo della Farnesina Tajani: Orban non c’entra! È tutta colpa della Magistratura! Fantastico. Cosa potevamo aspettarci da Forza Italia? La magistratura per loro è da sempre una vera e propria ossessione, soprattutto quella italiana ma va bene lo stesso se si ha occasione di poter attaccare quella ungherese, a prescindere dalle sue effettive responsabilità. Peccato che le disquisizioni giuridiche della Farnesina trovino smentita da parte della stessa Ungheria sotto accusa.

Ad indignarsi per le accuse provenienti dalla stampa italiana non è la magistratura ungherese ma il Servizio penitenziario di quel Paese. Tajani vada a scuola di Diritto. Il Ministro Lollobrigida non ha visto nulla. Non sa nulla. Magari era in treno e mica poteva fermarlo per andare a guardare la televisione. Ora ci aspettiamo che il Ministro della Giustizia Nordio invochi la censura di quelle orribili immagini ed il silenzio stampa per ragioni di interesse nazionale ed a tutela della nostra concittadina. Il quadro sarebbe, così, perfetto.

Quelle immagini, tuttavia, sono state pubblicate. Esistono. Ilaria Salis esiste. La sua vita è nelle mani di un Paese che travolge in modo drammaticamente plateale ogni suo più elementare diritto. Quel che più è drammatico è che noi, quelli del “prima gli italiani”, abbiamo perso ogni credibilità in materia di tutela dei diritti umani.

Dalle bocche del Governo solo parole sommesse, balbettanti, imbarazzate. Perché noi siamo quelli del sovraffollamento delle carceri, quelli condannati più e più volte dalla CEDU per le violazioni dei diritti umani, quelli dei CPR lager. Quelli durissimi con gli ultimi e debolissimi coi forti. Quale autorevolezza possiamo avere nel rivendicare il rispetto di Ilaria Salis da parte delle autorità ungheresi? Nessuno. Ma lei, vivaddio, esiste perché la stampa ce l’ha mostrata. Le sue sofferenze sono reali e sono diventate le nostre. Presto non sarà più così in nome della privacy. Un abbraccio fortissimo a suo padre Roberto che sta lottando per lei con grandissima dignità.