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di Francesco Olivo

La Stampa, 9 aprile 2024

Nordio: “Il ddl approvato a breve”. Ma FdI non vuole scontri con i giudici. Azione: “Se si va a dopo le Europee voleranno gli stracci tra gli alleati”. L’abolizione dell’abuso d’ufficio può aspettare, settimane, forse mesi. La riforma, che fa parte del cosiddetto ddl Nordio, era stata approvata dal Consiglio dei ministri ormai dieci mesi fa, tra mille polemiche e dibattiti, spaccando partiti, amministratori e giuristi. Una fatica che però rischia di essere inutile o per lo meno prematura, visti i ritmi che il Parlamento sta adottando per arrivare al via libera definitivo. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio si mostra convinto che manchi poco: “Siamo a buon punto, perché penso entro un mese dovrebbero essere approvate dalla Camera in via definitiva le famose riforme sull’abolizione del reato di abuso d’ufficio, la riforma della custodia cautelare, la riforma dell’informazione di garanzia, dell’impugnazione del pm”.

Il problema, però, è che il pronostico del ministro è diverso da quello della sua maggioranza e anche di numerosi esponenti del governo. “Nessuna via preferenziale, si segue l’iter normale”, specificano fonti parlamentari che stanno seguendo il dossier. Il che tradotto significa che c’è il rischio che l’approvazione arrivi dopo le elezioni europee e quindi in un contesto che potrebbe essere cambiato da quello attuale. Al riparo dai microfoni, diversi esponenti della maggioranza confermano che sarebbe meglio evitare di impelagarsi adesso in uno scontro con la magistratura che segnerebbe, almeno in parte, la campagna elettorale.

Il disegno di legge che prevede anche modifiche alle regole sulle intercettazioni (con lo scopo di tutelare le persone terze non coinvolte nel procedimento) e al reato di traffico di influenze, dopo l’approvazione in Senato a febbraio, si trova attualmente in commissione Giustizia della Camera, dopo il terzo ciclo di audizioni, “un record mondiale”, commenta sarcastico Enrico Costa, deputato di Azione.

Domani scade il termine per la presentazione degli emendamenti. I più ottimisti al ministero contano nell’arrivo in Aula a maggio ma si tratta di un mese al tempo stesso corto (tra il ponte e l’inizio della campagna elettorale delle Europee) e intasato di provvedimenti da approvare. In circa quindici giorni la Camera dovrà dare il via libera al ddl sulla cybersicurezza, sul quale punta molto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e la riforma dell’Autonomia differenziata, la cui approvazione prima delle Europee è una condizione irrinunciabile per la Lega. L’ala garantista della maggioranza teme che lo scenario di uno slittamento oltre l’estate sia concreto. Il capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia, Pietro Pittalis però è tassativo: “Il ddl sarà approvato prima delle Europee. Abbiamo fatto di tutto per blindarlo e ci siamo riusciti”. Azione non si fida e annuncia una mossa: “Non presenterò emendamenti al ddl Nordio non perché non sia migliorabile, ma perché se torna al Senato c’è il rischio che si areni - spiega Costa -. Dopo le Europee in maggioranza voleranno i piatti, e penso che le tensioni sulla giustizia saranno molto forti”.

I dubbi serpeggiano anche tra le associazioni degli avvocati. “L’opposizione ideologica della magistratura sta condizionando l’azione di governo - spiega Francesco Petrelli, presidente dell’Unione Camere Penali - avvicinandosi il voto delle Europee, probabilmente si vuole evitare una riforma liberale che può generare divisioni”. Secondo Petrelli, il rischio di un rinvio “è molto alto” e include anche la riforma della separazione delle carriere tra magistratura giudicante e inquirente. “Nordio ha promesso che arriverà un testo del governo entro aprile - conclude Petrelli - e noi attendiamo fiduciosi la fine del mese”.