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di Liana Milella e Conchita Sannino

La Repubblica, 28 gennaio 2023

All’apertura dell’anno giudiziario, le toghe sono allarmate da “riforme gravide d’incertezza”. La frattura a destra frena Nordio. Rilancio dei berlusconiani su intercettazioni e inappellabilità, valutano la proposta di indulto. Meloni e Nordio ritrovano la sintonia, come si evince dall’immagine face to face che li ritrae sorridenti a palazzo Chigi. Ma non ci sono altrettanti “sorrisi” sulla giustizia tra i partner della maggioranza. I lunghi coltelli prevalgono. E le divisioni sulle leggi sono ormai cronaca. Mentre si apre l’anno giudiziario in tutt’Italia e le toghe sono in allarme, come dimostra il presidente della Corte d’Appello di Palermo Matteo Frasca quando parla di “riforme gravide d’incertezza”. Certo, l’incertezza c’è, per via di contrasti, anche lapalissiani, che emergono di continuo. Al punto da frenare la voglia del Guardasigilli Carlo Nordio di passare dalle parole ai fatti.

Basta una rapida carrellata sui temi più caldi dell’agenda della giustizia per rendersi conto che Fratelli d’Italia e Lega remano in una direzione, mentre Forza Italia ha tutt’altri obiettivi. Storicamente, una spiegazione potrebbe anche esserci. Visto che, per alcune personalità di spicco, esiste un antico rapporto di gemellaggio. Basti il caso di Giulia Bongiorno, un tempo deputata di Alleanza nazionale di stretta osservanza finiana, che oggi conserva un background che l’avvicina più ad Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, che non a Francesco Paolo Sisto, il forzista di stretta osservanza berlusconiana, che a via Arenula è vice ministro.

Tant’è. Lo dimostra la battaglia sull’abuso d’ufficio. Nordio vuole abolirlo. Lega e FdI l’hanno stoppato. Modifiche e attenuazioni sì. Cancellazione no. Arrivare in Aula e portare a casa la nuova legge diventa un problema. Anche se i forzisti dicono di essere disponibili a un compromesso. E lo stesso accade per il traffico di influenze, reato che ci ha chiesto l’Europa, quindi inamovibile secondo i giuristi, ma che, giurano buone fonti berlusconiane, impone “un’assurda pena draconiana”, da uno a quattro anni e sei mesi, “per colpa di un rapporto aleatorio”, come “le relazioni esistenti o asserite con un pubblico ufficiale”, indimostrabili. Su quell’ “asserite” i commenti acidi si sprecano.

Non è un segreto che FI punti a ridimensionare soprattutto i reati contro la pubblica amministrazione. Berlusconi lo dice da sempre. A chiederlo ora sono i suoi colonnelli. Trovando però il muro dei “gemelli”, Lega e FdI. Proprio come sulle intercettazioni e sulla microspia Trojan. Qui la battaglia dei forzisti è senza quartiere. Tant’è che il deputato Tommaso Calderone esce allo scoperto, deposita una proposta di legge, e dichiara pure che “se due persone al telefono parlano di una terza, accusandola di un reato, questa non può finire in carcere”. La battaglia contro le cosiddette intercettazioni “indirette” non è di oggi, ma nessun magistrato manda in galera qualcuno sulla base di simili conversazioni che necessitano di riscontri.

Ma se Lega e FdI - ancora Bongiorno e Delmastro - dicono che il problema è soprattutto la pubblicazione degli ascolti, FI vuole eliminarli proprio. Come fa sin dai tempi dei governi Berlusconi. Una battaglia a cui si è aggiunta adesso pure la crociata contro il Trojan, la microspia accusata di ogni nefandezza. Pierantonio Zanettin, il capogruppo forzista della commissione Giustizia del Senato, accumula prove sulla sua invasività ed è pronto a chiederne un drastico ridimensionamento.

Non è certo un caso se Pietro Pittalis, alla Camera, ha rilanciato la commissione d’inchiesta sulla magistratura, se si infittiscono le voci di una possibile proposta di amnistia e indulto, se FI chiede che sia fatte subito la separazione delle carriere, la discrezionalità dell’azione penale, nonché l’inappellabilità delle sentenze, riedizione della legge Pecorella bocciata dalla Consulta. Mentre Meloni chiarisce che le sue leggi non saranno contro le toghe, tant’è che ha messo una toga in via Arenula, i berlusconiani vedono rosso solo se una toga nera gli passa davanti.