di Giancarlo Castelli
Il Fatto Quotidiano, 29 gennaio 2023
Tra i detenuti per reati di terrorismo di matrice politica, sottoposti al 41bis non c’è soltanto l’anarchico Alfredo Cospito, in sciopero della fame da oltre 100 giorni. “Da quasi 18 anni, tra i 750 detenuti per i quali è stato adottato questo regime carcerario ci sono anche Nadia Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma”, dice l’avvocata Caterina Calia, legale dei tre brigatisti oggi ultasessantenni, nonché di Anna Beniamino, compagna di Cospito e anche lei condannata dal tribunale di Torino a 15 anni di carcere per la bomba alla stazione dei carabinieri di Fossano del 2006.
Tutti e tre i brigatisti sono sottoposti a regime di 41bis che stanno scontando nelle carceri di Spoleto, di Opera e de L’Aquila. “Un regime detentivo inumano - commenta l’avvocata che proprio un paio di giorni fa si è recata a visitare Nadia Lioce nel carcere de L’Aquila - tanto più che la loro organizzazione di riferimento, le Br-Pcc non dà segni di vitalità da oltre 20 anni”.
E continua: “Nel corso di quasi un ventennio infatti il regime del 41 bis è stato confermato, sia a lei che agli altri due detenuti, sulla base di motivazioni sganciate da qualsiasi presupposto di legge. Ne cito solo una: “Vanno valutate con la massima prudenza le temporanee eclissi del fenomeno brigatista che suggeriscono di non escludere la possibilità di una ripresa della lotta armata nel medio/lungo periodo, anche in considerazione di un panorama complessivo di scontri sociali, di un sempre crescente divario di condizioni di vita e di scarse occasioni di lavoro”.
Nadia Lioce, conclude Calia “continua a proporre numerosi reclami verso le singole limitazioni di diritti, quali il blocco della corrispondenza, il rifiuto dell’acquisto di libri e riviste ecc. al fine di difendere, per quanto possibile in quelle condizioni, la propria integrità psicofisica”.