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di Dacia Maraini

Corriere della Sera, 1 agosto 2023

Ma perché i femminicidi aumentano? Per me è chiaro: perché aumentano l’autonomia e la libertà delle donne, cosa che per certi uomini spaventati costituisce una ferita talmente profonda che può essere alleviata solo con il sangue.

Dispiace sotto le feste tornare a parlare di fatti incresciosi, ma la realtà bussa alla porta e non possiamo non cercare di farla parlare e capire. In pochi giorni ci sono stati cinque femminicidi. Non era ancora passata la memoria straziante della ragazza incinta di trucidata a coltellate dal compagno, che veniamo a sapere di altre giovani assassinate con accetta e coltello. Secondo i dati del Viminale ogni mese vengono uccise otto donne “in ambito familiare e affettivo”. Ultima vittima una ragazza di 17 anni, il cui corpo martoriato è stato gettato in un cassonetto nel quartiere di Primavalle, a Roma. Sempre secondo i dati del Viminale i femminicidi sono in aumento, mentre gli altri delitti sono in diminuzione. Come mai? Nessuno sa dare una risposta. Proviamo a ragionare: queste donne, di solito giovani, non vengono uccise per ragioni economiche, rivalità mafiose, droga, ma vengono massacrate per mano del marito o del fidanzato con cui hanno convissuto e spesso hanno avuto dei figli.

Non sono delinquenti, ma mariti, compagni, padri che spesso si autodenunciano e cercano di suicidarsi dopo il delitto. Tutto ciò fa pensare che questi crimini affondino le radici in una questione di identità oltraggiata. Se un uomo riconosce la propria virilità nel possesso di una donna a lui asservita, al primo accenno di autonomia entra in una crisi e non capisce più niente. Pur sapendo che perderà la libertà e i figli avuti da lei, niente sembra potere fermare la furia di un uomo che vede minacciata la propria identità. Ma perché i femminicidi aumentano? Per me è chiaro: perché aumentano l’autonomia e la libertà delle donne, cosa che per certi uomini spaventati costituisce una ferita talmente profonda che può essere alleviata solo con il sangue. Molti non si accontentano di uccidere, strangolare, accoltellare il corpo che dicono di amare, ma lo fanno a pezzi, lo gettano via chiuso in un sacco dell’immondizia. È evidente che si tratta di una profonda crisi esistenziale. Chi crede di avere un diritto naturale alla supremazia di genere, non tollera di esserne privato. Si tratta di un potere profondo e identitario: il potere sacro di riconoscere il proprio io di genere. Sentimento animalesco, preistorico e razzista. Che andrebbe sancito prima di tutto con l’educazione e la cultura. Ma siamo ancora troppo immersi nel patriarcato per trovare un bandolo razionale alla questione.