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di Antonella Mascali

Il Fatto Quotidiano, 26 luglio 2023

La maggioranza alle prese con le divisioni interne su più fronti, sta facendo melina sul pacchetto giustizia tanto sbandierato, che ha provocato l’ennesimo scontro con i magistrati e ha portato a una convocazione, nelle settimane scorse della premier Giorgia Meloni da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Proprio il Quirinale, una settimana fa, ha dato il via libera per la calendarizzazione del ddl Nordio, ma in commissione Giustizia del Senato non vi è traccia.

Eppure la cancellazione del reato di abuso d’ufficio sembrava una priorità assoluta, evidentemente l’affanno del centrodestra fa rinviare tutto a dopo l’estate. Nel ddl Nordio ci sono anche altri punti assai controversi, per usare un eufemismo, come lo svuotamento del traffico di influenze, l’azzoppamento delle intercettazioni, l’aiutino-interrogatorio a un indagato 5 giorni prima della richiesta di arresto.

Tutte norme che vanno contro il vento che spira dall’Unione europea, che ha scritto una direttiva anticorruzione per provare ad armonizzare le norme anti-mazzette nei Paesi membri. La direttiva sarà votata oggi non più in commissione Giustizia della Camera, ma in aula, su richiesta del M5S. La settimana scorsa è stata bocciata in Commissione Politiche Ue dalla maggioranza più calendiani e renziani.

Laura Ferrara, europarlamentare M5S, ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere “se ritenga che l’abolizione del reato di abuso d’ufficio e l’adozione di altre misure contenute” nel ddl Nordio “possano indebolire la lotta alla corruzione e come intenda reagire al parere contrario”.