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di Silvana Mossano

 

La Stampa, 7 aprile 2018

 

Assolto il camionista fermato dalla Polstrada. L'episodio nell'Alessandrino nel 2015: il giudice ha dato ragione a un tunisino citando la Cassazione. La patente di guida vale è "documento equipollente" della carta d'identità. Lo dice la legge (Dpr 445 del 200) e lo ha già confermato la Cassazione in più sentenze. Ciò nonostante, il camionista tunisino Mongi Daly, 44 anni, residente in Veneto, era stato denunciato dalla Polstrada che lo aveva fermato per un normale controllo nel territorio di Ovada.

Patente e libretto: ok. Ma, quando gli agenti hanno chiesto la carta d'identità e il certificato di soggiorno, il camionista ha ammesso di non averli con sé. Tuttavia, ne ha mostrato copia fotografata sul telefono cellulare. Non basta.

Ha dunque telefonato a un parente perché li spedisse con urgenza via fax negli uffici della questura, operazione che fu tentata ripetutamente e arrivata a buon fine qualche ora dopo. Mongi Daly fu ugualmente denunciato e il pm lo mandò a processo. L'episodio, avvenuto a ottobre 2015, ora è arrivato all'epilogo giudiziario: i difensori del tunisino - Vittorio Spallasso e Laura Pianezza - hanno ribadito quanto già la Cassazione ha sottolineato: non c'è reato se, anziché la carta d'identità, viene esibita la patente (ovviamente valida) perché equivalente. Questo era il caso di Mongi Daly che il giudice Claudia Seddaiu ha assolto "perché il fatto non sussiste".