sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Paola D’Amico

Corriere della Sera - Buone Notizie, 21 febbraio 2023

Censite 500 realtà del Terzo settore che operano in Veneto per il sostegno ai detenuti. L’area penale esterna garantisce meno recidiva. Ma l’inserimento non è semplice. Il portale “Su di noi puoi contare!” per capire il fenomeno e studiare gli aggiustamenti. Le esperte: “Servono un metodo meglio strutturato e condivisione delle buone prassi”.

La giustizia non è solo punizione ma riconciliazione. Da questa idea 7 detenuti e una volontaria, Ornella Favero, sono partiti 20 anni fa nel carcere di Padova. L’idea è diventata un progetto: l’associazione “Il granello di senape” prima, la rivista “Ristretti Orizzonti” poi. Finché è gemmata anche una coop di mediazione sociale. “Siamo diventati - sintetizza Francesco - mediatori di conflitti. Ci prendiamo cura delle persone”.

Quando hanno cominciato, il tema dell’esecuzione penale sul territorio, che secondo gli esperti “abbatte i tassi di recidiva molto più dell’internamento carcerarlo”, era marginale. Oggi i numeri dicono il contrario: in Italia al 31 gennaio 2023 erano detenute 56.127 persone, contro 74.614 in area penale esterna. E per restare in Veneto, contro i 2.476 detenuti nelle carceri ci sono 5.312 persone sottoposte a misure giudiziarie in area penale esterna.

Ma perché tutto funzioni, a chi non sconta la pena in carcere occorre un alloggio, un lavoro, un aiuto legale o per sbrogliare la burocrazia, per esempio anche solo riottenere la patente di guida o ricomporre il rapporto con la famiglia. E qui si registrano le criticità, una ragione per cui questa sfida su cui il nostro Paese si misura da decenni non è ancora vinta.

Come dimostra il progetto “Su di noi puoi contare!” che ha mappato e analizzato quali enti di Terzo settore operano sul campo e come. L’obiettivo è che presto le “sanzioni di comunità” avvicinino il nostro Paese agli standard europei nella politica della risposta al crimine.

Il portale realizzato (venetovolontariatogiustizia.org) è una delle azioni del progetto che vuole facilitare l’incontro col Terzo settore e che viene presentato a Padova. “Si ipotizza che il volontariato rasenti l’80 per cento di tutte le attività trattamentali - spiega Maurizio Mazzi, presidente della Conferenza regionale volontariato giustizia del Veneto - ma nessuna istituzione si è mai preoccupata di monitorare l’impatto del Terzo settore nelle attività educative e di aiuto di chi sconta una pena fuori dal carcere. Invece, è fondamentale scattare una radiografia, anche per capire quante risorse lo Stato destina a queste attività e se un dettato costituzionale di rieducazione viene svolto dal volontariato e non dall’istituzione”.

A realizzare la mappatura analizzando oltre 500 realtà associative che si sono occupate o si occupano di persone che godono di tura misura esterna (semilibertà, affidamento ai servizi sociali, messa alla prova, lavoro di pubblica utilità, misure di comunità) sono state le ricercatrici dell’Università degli Studi di Padova Maibrit Arbien e Sara Pompele coordinate dalla professoressa Ines Testoni.

“Abbiamo registrato molti contributi creativi e innovativi del volontariato attivo nell’area penale esterna. E rilevato - dice Arbien, 29 anni, psicologa clinico dinamica - che c’è tanto lavoro da fare, alcune realtà funzionano bene, altre si arrangiano, altre hanno abbandonato”. Secondo Ines Testoni occorre mettere a punto un modello rispetto all’accoglienza “meno casuale, più strutturato, serve una condivisione delle buone prassi”.

L’idea è formare un tutoring competente. “Per esempio, solo una minima parte di associazioni si impegna per trovare una residenza per queste persone, spesso detenute in città diverse da quella dove hanno una rete di conoscenze”.

E occorrono competenze perché la reintegrazione sociale abbia successo. Un dato però fa ben sperare: “Questi detenuti hanno aspettative molto più alte sul futuro rispetto alle persone normali. Chi può stare fuori dal carcere è fortemente motivato a vivere una vita sociale buona. Se ci giochiamo bene questa opportunità potremo davvero ridurre le recidive di reato”.

Partner di “Su di noi potete contare” è CSVnet, il coordinamento nazionale dei Csv. “La conoscenza del variegato mondo del terzo settore che opera nell’area penale esterna - commenta la presidente di CSVnet Chiara Tommasini - è il punto di partenza per fare in modo che il sistema sia in grado di allestire progetti e opportunità. La ricerca promossa in Veneto ci propone un metodo da rilanciare a livello nazionale per comprendere a fondo il fenomeno e lavorare a rafforzare i processi di rieducazione”.