di Beppe Severgnini
Corriere della Sera, 29 luglio 2018
I social hanno raggiunto il picco e stanno scendendo? Probabilmente sì. Ma sarà una discesa complicata. Ogni tanto tale signor Learco mi riempie il telefono di messaggi, link, notizie d'agenzie, strilli e proteste. Non su Twitter o Facebook, dove ormai abbiamo fatto l'abitudine agli esagitati e agli apostoli di tutte le mattane. Trovo i messaggi su Whatsapp, tra quelli di mia moglie, degli amici e dei colleghi: il signor Learco, evidentemente, possiede il mio numero di cellulare. Gli ho chiesto di smettere, per favore; e lui ha reagito con "Basta tv di Stato!". Avrebbe potuto rispondere "Forza Udinese!" o "Grazie, con poco zucchero". La logica di certi personaggi non va indagata: c'è il rischio delle vertigini.
Qualcuno dirà: ma siamo ancora qui a parlare di questi stroleghi? Certo: perché contano. La loro somma planetaria sta azzoppando Facebook e Twitter. Il recente, doppio scivolone dei titoli azionari non è un episodio: è la presa d'atto di qualcosa che sta sotto gli occhi di tutti. Internet doveva essere l'immenso attico del mondo, da cui vedere meglio le cose. A causa dei social, rischia di diventare lo scantinato.
Facebook, che possiede anche Instagram e Whatsapp, vive sulla pubblicità mirata e la pubblicità vive sul traffico. Le cautele, le riserve e le ipocrisie cui abbiamo assistito arrivano di qui. Twitter ha provato a ripulire la piattaforma, rimuovendo i troll, i bot e gli account fasulli che s'attaccano come zecche ai nostri profili. Secondo il Washington Post, il numero degli account sospesi tra maggio e giugno è 70 milioni (dal profilo @beppesevergnini sono scomparsi 50mila follower in poche settimane). I social hanno raggiunto il picco e stanno scendendo? Probabilmente sì. Ma sarà una discesa complicata.
È difficile gestire quello che abbiamo creato; ma qualcosa dobbiamo inventare. Siamo rimasti colpiti dall'uso dei dati sottratti da Cambridge Analytica e dai rischi che corre la democrazia. Giustamente: le stesse forze, credetemi, sono al lavoro per condizionare il voto europeo del 2019. Ma restiamo a qualcosa di più intimo e vicino: quanti di voi hanno guardato un video porno online? Non siate ipocriti: molti. Ebbene: qualcuno lo sa. Sa chi, cosa, dove, quando, per quanto. Oggi quei dati non servono: stanno lì. Ma domani?