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di Giacomo Puletti

Il Dubbio, 28 giugno 2023

Riunione alla Camera sul ddl giustizia: si va verso un contropacchetto sull’intera proposta di legge, una sorta di “riforma ombra” firmata dai dem. Le anime del Pd sulla giustizia sono due, o forse tre, o magari quattro. È quel che emerso dalla riunione del gruppo della Camera per discutere il ddl Nordio e le contromisure da prendere circa i provvedimenti adottati dal Guardasigilli e rigettati al mittente dal Nazareno.

Il problema è che gli stessi provvedimenti, o almeno una parte di essi, sono accolti con favore dagli amministratori locali dem e da una parte dei parlamentari di minoranza, a partire da Base riformista di Lorenzo Guerini e dai giovani turchi di Matteo Orfini. “C’è stata una discussione che ha visto confrontarsi due approcci un po’ diversi - spiega un deputato di peso, che preferisce restare anonimo - Sull’abuso d’ufficio, ad esempio, c’è un pezzo di partito molto più vicino alle problematiche dei sindaci, e un altro allo stesso tempo sensibile ma con soluzioni diverse rispetto a quelle previste da Nordio”.

La soluzione? Discutere, discutere e discutere ancora, fino a trovare un punto di caduta che però ieri non è stato raggiunto. “C’è chi ritiene possibile mantenere l’impianto attuale dell’abuso d’ufficio già modificato nel 2020 e chi ritiene che l’attuale formulazione sia troppo vaga e generica e provoca immobilismo amministrativo e paura della firma”, spiegano ancora fonti dem.

Quello su cui la maggioranza del gruppo è convenuto è la necessità di un approccio non ideologico ma pragmatico e concreto andando a vedere nel merito le proposte, ma non sono mancati quelli che tendevano a un rigetto più radicale. Nei prossimi giorni la discussione continuerà fino a prendere una decisione sulle due ipotesi emerse dal tavolo: la presentazione di un pacchetto di emendamenti al ddl Nordio o la presentazione di un contropacchetto sull’intera proposta di legge, una sorta di “riforma ombra” della giustizia, targata Pd. Quel che i dem hanno intenzione di fare è riprendere le proposte di legge già depositate nella scorsa legislatura, facendo valere la propria iniziativa politica. Magari tirandosi dietro il resto delle opposizioni.

Anche perché, è il ragionamento, ci sono alcune questioni che la riforma Nordio non risolve. “Il caso dell’ex sindaca di Crema Stefania Bonaldi, indagata “per non aver adottato i dispositivi necessari ad evitare l’incidente” (le dita di un bambino erano rimaste incastrate nella chiusura di una porta, ndr) non sarebbe stato evitato nemmeno con la riforma Nordio, che quindi anche da questo punto di vista non tutela del tutto gli amministratori locali - aggiunge uno dei presenti alla riunione - insomma, c’è ancora da fare”.