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di Claudio Cugusi

quotidianosociale.it, 11 ottobre 2023

“La scrittura per un detenuto è un modo per rivisitare il proprio passato e talvolta per allontarsi da quello”. Parla Paola Da Ros, presidente della Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV che ha promosso anche quest’anno il premio Castelli per i reclusi.

Presidente, cosa significa la scrittura per chi è detenuto?

Che si tratti di un’opera di fantasia od autobiografica chiunque di noi si accinga a scrivere deve attingere al proprio bagaglio di esperienze. Per il detenuto questa operazione è un modo per rivisitare il proprio passato, talvolta prenderne le distanze e, si spera, superare i propri errori. La scrittura può rappresentare per un ristretto l’unica “via di fuga”: un modo per recuperare la propria libertà interiore. E tante volte lo aiuta a cambiare vita.

Quali sono i numeri di questa edizione del premio Castelli?

Siamo molto soddisfatti perché sono arrivati 220 componimenti: è più del doppio rispetto agli ultimi anni. Per questa edizione del Premio abbiamo volutamente scelto un titolo molto ampio perché desideravamo lasciare agli autori la massima libertà espressiva. Ma un altro fattore determinante del successo è che dalla scorsa edizione abbiamo deciso di far vivere il Premio tutto l’anno, rileggendo i testi nelle scuole ed in altri eventi sul territorio e questo ha amplificato la diffusione del nuovo bando.

Sarebbe bello conoscere anche i nomi dei tre vincitori e sapere qualcosa delle loro storie…

La Società di San Vincenzo De Paoli desidera tutelare l’anonimato degli autori. Vorremmo che a parlare fossero i racconti e non il passato di chi li scrive. I detenuti, per riconquistare la loro dignità e potersi reinserire nella società, devono potersi scrollare di dosso l’etichetta del reato che hanno commesso: hanno sbagliato e stanno pagando. Allo stesso tempo pensiamo che sia importante portare il massimo rispetto verso chi ha subito i reati ed i loro familiari, sarebbe doloroso oltre che inutile riaprire una ferita con il ricordo

In quale carcere sarà la prossima edizione?

Il Premio Carlo Castelli è aperto a tutti gli istituti penitenziari italiani, così come gli elaborati arrivano da ogni regione d’Italia. Ogni anno, poi, scegliamo la struttura che ospiterà la cerimonia conclusiva, che consiste nella premiazione. La XVI edizione si è celebrata a Torino, città dove operava Carlo Castelli come volontario penitenziario, nel venticinquesimo dalla sua scomparsa. Quella 2024 si terrà a Verona.