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cittadellaspezia.com, 2 ottobre 2023

“Azione provinciale La Spezia non smetterà mai di tenere accesi i riflettori sulla situazione carceri in Liguria e soprattutto a La Spezia. Come abbiamo avuto già modo di raccontare, il carcere di La Spezia è molto ben gestito dalla Direzione, da psicologi, medici, dalla Polizia penitenziaria e da tutto il personale in generale. Detenuti in attesa di nuove destinazioni chiedono di restare; all’interno della struttura vi sono vari laboratori, tra cui quello di teatro, che impegnano i detenuti in vere attività di recupero; le celle sono aperte quasi tutto il giorno; in corso di allestimento un’area verde esterna; la zona colloquio per i detenuti con figli è coloratissima, accogliente e piena di giochi”. Si apre così la nota diffusa da Azione La Spezia, che prosegue: “Tutto bello allora? No, abbiamo parlato con Andrea Marino, segretario Provinciale Sappe La Spezia, e sono emerse diverse criticità. Gli agenti della Penitenziaria lavorano a ranghi ridotti, per rispettare i turni sono costretti a fare straordinari continui. In tali condizioni si trovano quotidianamente a dover affrontare emergenze come risse, atti di autolesionismo ecc. La maggioranza dei detenuti è tossicodipendente. Noi di Azione li riteniamo incompatibili con il regime carcerario e, in visione di sperare di recuperarli, dovrebbero essere accolti in comunità terapeutiche, come peraltro dimostrano vari studi in materia. Lo stesso dicasi per i detenuti psichiatrici che avrebbero bisogno di essere accolti in R.E.M.S. ed assistiti da professionisti. La Polizia penitenziaria quindi oltre ad essere sempre sottorganico, lavorare sempre al limite della sicurezza, si trova anche a fare i conti con situazioni paradossali.

Alcuni esempi: si è sbagliato a fare l’ordine delle divise e agli agenti sono state distribuite uniformi da rappresentanza e pochissime per le operazioni giornaliere. La Polizia penitenziaria può trovarsi quindi nella situazione di accompagnare un detenuto in ospedale, tra le operazioni a più alto rischio di fuga, in alta uniforme con scarpe eleganti e scomode per un inseguimento, anzi che con divisa comoda ed anfibi. Ancora, caschetti e giubbetti antiproiettile sono scaduti e devono essere sostituiti da tempo. Auspichiamo che questi problemi di attrezzature vengano risolti al più presto.

Azione, inoltre, non smette di chiedere il ripristino del provveditorato per la Liguria con sede a Genova. Sede e personale ci sono già, basta solo riportare le responsabilità alla regione. La Polizia penitenziaria svolge un lavoro altamente rischioso e deve essere ascoltata in modo serio. Noi di Azione continueremo a tenere il focus su un carcere, quello di La Spezia, dove i diritti degli detenuti sono rispettati grazie all’ottimo lavoro del personale tutto.

Chiediamo, e ci faremo portavoce, che vengano ristrutturate le tubature dell’acqua, i riscaldamenti e altri lavori di ripristino assolutamente necessari ad aprire le due sezioni al momento chiuse; che vengano assunti nuovi operatori e poliziotti. Il carcere è un tutt’uno con la città, non si può fare finta di niente. Un paese che ha carceri aperte alla città e che funzionano è un paese civile”.