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di Francesca Paci

La Stampa, 25 giugno 2022

La leader di +Europa Emma Bonino: “Ora anche noi rischiamo”.

Senatrice Emma Bonino, il presidente Joe Biden ha detto che Corte suprema ha riportato gli Stati Uniti indietro di 150 anni. E ora che succede?

“Mentre finora il diritto alla scelta di abortire dipendeva dalla legge federale, che si occupava di tutti gli stati, la sentenza della Corte suprema ha passato un colpo di spugna: da domani questa problematica dovrà ricadere sugli Stati, uno per uno, con le rispettive leggi nazionali più o meno restrittive. Succede che avremo stati come il Missouri, già disponibili a recepire la sentenza, e altri come New York, pronti a resistere e a offrire supporto alle donne bisognose di aiuto. Succede che esploderà il turismo sanitario, fenomeno per altro a noi già ben noto”.

Che conseguenze ci saranno sulle donne americane?

“Dipende dalla geografia. Chi segue l’esempio del Missouri applicherà leggi molto restrittive, i ricchi viaggeranno e i poveri resteranno dove sono. I poveri restano sempre dove sono, oppure emigrano. Devo ammettere che non me l’aspettavo, sei giudici di nomina trumpiana contro tre, una decisione pesante. Da mesi le associazioni abortiste americane e anche quelle anti-abortiste erano in agitazione, io ero più fiduciosa. Se la sentenza è questa, sul piano legislativo o legale non c’è più molto da fare. Non c’è istanza a cui appellarsi”.

È la punta dell’iceberg di una virata all’indietro sui diritti?

“Spero di no. Dai primi commenti che ho ascoltato confido nel fatto che l’amministrazione reagisca in modo adeguato. Un reportage del New York Times pubblicato a novembre sondava le possibili strade alternative, a partire dall’aborto farmacologico. Certo, per le donne americane più fragili è uno schiaffone non da poco. C’è da tener conto poi che l’aborto non è stato mai gratuito in America, la legge prevedeva che non fosse finanziato con fondi federali e dunque se lo stato lo richiedeva bisognava pagare. Dagli Stati Uniti mi giurano che è un episodio, che non c’è in atto una retromarcia più ampia sui diritti, con l’eccezione dei diritti dei neri, quelli sì erosi in modo evidente e con violenza sfrenata. Comunque sia è una grande delusione”.

Sostiene Trump che sia stata la volontà di Dio...

“Ma quale volontà di Dio! È stato lui che prima di andarsene ha nominato questi sei giudici, rispettabilissimi per carità ma non scomodiamo il divino... È sempre facile criticare, lo so. In Europa non ci sono Paesi che hanno messo ha il diritto all’aborto in Costituzione, non che mi risulti almeno: però dagli Stati Uniti speravamo di più”.

In Italia condannano tutti la sentenza americana, perfino Matteo Salvini si è sbilanciato... Sono al sicuro le donne, qui da noi?

“Benvenuto Salvini, era ora. Un po’ tardi, però. Ufficialmente in Italia la legge 194 non è in pericolo ma praticamente stiamo tornando indietro, basta leggere le denunce di tante associazioni di donne sull’obiezione di coscienza generalizzata e sulle regioni che non applicano la legge, a cominciare dalle Marche. È giusto indignarsi contro la Corte suprema americana, ma ricordiamoci che non brilliamo neppure in Italia. E che i diritti non sono conquiste sempiterne. Invece anche in Europa, su questi temi, ogni paese va per conto suo”.