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di Claudio Bellumori

L’Opinione, 11 ottobre 2023

Numeri sui quali è necessario riflettere. E non solo. Il sovraffollamento delle carceri del Lazio “è pari a +1.044 detenuti rispetto alla capienza regolamentare”, considerato che 6.381 risultano essere i reclusi nei 14 Istituti” del territorio regionale, “rispetto a una capienza regolamentare prevista”. Che è di 5.337 unità.

Questo quanto sostenuto da Massimo Costantino, segretario generale Fns-Cisl Lazio, il quale fa il punto sulle situazioni dove i tassi effettivi di affollamento sono superiori al 140 per cento. Parliamo di sette istituti penitenziari su quattordici. Ovvero: Latina (170 per cento), Civitavecchia (168 per cento), Regina Coeli (165 per cento); Velletri (147 per cento); Cassino (145 per cento) e Rebibbia (142 per cento). Da segnalare, evidenzia Costantino, che “Latina e Civitavecchia figurano tra i primi venti per tasso di affollamento effettivo, rispettivamente al 15esimo e 17esimo posto”. Secondo l’esponente sindacale “si continua a gravare sugli Istituti penitenziari.

È una competenza non propria, dato che il personale si trova a gestire anche detenuti con problemi psichiatrici o, peggio ancora, detenuti che dovrebbero essere inviati nelle Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, ndr)”. Lo stesso Costantino spiega che, per adesso, risulterebbe “inascoltata” la lettera che la Fns-Cisl Lazio - insieme ad altre sigle sindacali - aveva inviato il 20 giugno scorso al presidente della Regione, Francesco Rocca, “dove si evidenziavano le criticità delle carceri del Lazio, non ultime quelle legate alla gestione di detenuti con problemi psichiatrici e quelli attinenti alle Rems, chiedendo una apposita convocazione urgente. Zero risposte, seppur siano trascorsi quasi quattro mesi della nota unitaria”.

Massimo Costantino, a seguire, specifica che “è stato sottoscritto il nuovo Accordo quadro nazionale per il personale non dirigente del corpo di Polizia penitenziaria, sostanzialmente il Contratto integrativo nazionale della Polizia penitenziaria, uno strumento in più per migliorare le condizioni di lavoro del personale penitenziario. Dopo il rinnovo del contratto nazionale delle forze di Polizia del 23 dicembre 2021, mancava questo importante accordo, che sostituisce il precedente in vigore da ben 19 anni, risalendo proprio al lontano 2004”.

Un nuovo accordo che, va avanti Costantino, “costituisce il più importante strumento che accompagnerà nel complesso e responsabile compito i nostri rappresentanti sindacali nel tutelare i diritti soggettivi e collettivi di colleghe e colleghi dei baschi azzurri. Viene finalmente archiviato il precedente del 2004, spesso maltrattato da una diffusa disapplicazione che in questi 19 anni molte realtà lavorative hanno svolto, danneggiando i diritti dei Lavoratori, delle persone e delle loro famiglie, ma soprattutto determinando spesso infiniti contenziosi e problemi nella difficile organizzazione del lavoro”.

Diverse le novità più importanti: maggiori spazi di partecipazione e trasparenza nelle scelte e nella attività di verifica, controllo ed efficacia degli accordi, che implicano un senso di responsabilità e impegno di tutti gli attori coinvolti nell’applicazione, a livello centrale, regionale e periferico con la contrattazione che diventa ancor più centrale nel quotidiano dei servizi.

La Fns-Cisl Lazio, allo stesso tempo, “chiede una forte azione da parte dell’Amministrazione penitenziaria nei confronti del personale di Polizia penitenziaria, direttori inclusi, e una vicinanza maggiore alle richieste di aiuto che pervengono da una realtà già di per sé difficile e peggio ancora provata da frequenti episodi, con un invio consistente e concreto di unità di Polizia penitenziaria tale da garantire, anche, la tutela del personale che opera in sezione”.