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di Marzia Amaranto

Il Riformista, 17 gennaio 2024

Le attuali sfide devono partire da 6 punti fondamentali che richiedono un approccio totale, non solo delle istituzioni ma anche e soprattutto dei professionisti del settore legale. È realisticamente difficile, anche per coloro che non frequentano con regolarità le aule di giustizia, negare che nel nostro Bel Paese è alquanto arduo riuscire a riformare la giustizia. Taluni potrebbero attribuire il problema ad una cultura giuridica radicata, avendo l’Italia una lunga storia tradizione giuridica, la resistenza al cambiamento potrebbe derivare da una forte identità e/o attaccamento agli usi giuridici consolidati nel corso dei secoli.

Altri ravviserebbero difficoltà attribuendole alla instabilità politica e frammentazione del sistema politico italiano, che renderebbe difficile raggiungere un più ampio consenso su questioni particolarmente complesse come la riforma giudiziaria. Molti altri attribuirebbero la colpa alla complessa burocrazia che renderebbe arduo il processo di approvazione di riforme giudiziarie, a causa di procedure che rallenterebbero il progresso.

Sicuramente la mancanza di risorse finanziarie e umane costituisce un ostacolo significativo all’implementazione di una riforma giudiziaria, ma anche la crisi di fiducia nell’istituzione giudiziaria dovuta ad eventi passati, quali scandali, che hanno minato la fiducia dell’opinione pubblica nell’istituzione giudiziaria, rendendo difficile il compito di raccogliere un più ampio consenso per tale/i riforma/e. Senza dimenticare poi la resistenza a volte di addetti al settore, quali avvocati, giudici e funzionari pubblici, per paura di perdere privilegi o prassi consolidate che contribuiscono alla resistenza al cambiamento.

Affrontare queste sfide richiede un approccio strategico, ovvero una leadership politica forte, che riesca a costruire consenso, non solo tra gli attori politici ma anche soprattutto tra la popolazione, con la consapevolezza che è fondamentale sviluppare riforme giudiziarie efficaci e sostenibili aldilà degli ostacoli. Ultimo ma non ultimo punto le riforme richiedono tempo per produrre risultati e troppo spesso l’intangibilità immediata porta a una percezione di inefficacia e di rallentamento nel sostegno. Attualmente ci troviamo dinnanzi alla fase forse più confusa e convulsa di una difficile transizione, verso la quale ancora non è chiaro la direzione in cui stiamo transitando, con inevitabile risalto di contraddizioni, contrasti e asperità. Le attuali sfide del sistema giudiziario italiano devono partire da 6 punti fondamentali. La congestione giudiziaria dovuta al sovraccarico di casi che rallenta i processi legali, causando ritardi eccessivi nelle udienze e nelle decisioni; l’accesso disuguale alla giustizia dovuto alla disparità di accesso ai servizi legali, con persone che a dispetto di altre possono permettersi assistenza legale di qualità superiore rispetto ad altre; la rapida evoluzione tecnologica e le questioni legate all’intelligenza artificiale necessitano l’adattamento alle nuove tecnologie e l’impiego dell’intelligenza artificiale; affrontare le preoccupazioni legate alla protezione della privacy e dei dati sensibili, in relazione alla gestione di grandi quantità di dati personali durante le indagini e i procedimenti giudiziari; l’adattamento alle sfide imposte dalle crisi sanitarie, necessitano di un’implementazione delle udienze virtuali e di una gestione del lavoro da remoto; infine non ultimo l’esigenza di riforme legali che garantiscano un sistema giudiziario adeguato a rispondere alle mutevoli esigenze della società e che affronti le questioni emergenti.

Questi sei brevi punti richiedono un approccio totale, non solo delle istituzioni ma anche e soprattutto dei professionisti del settore legale. E allora l’Italia di quali riforme legali necessita? Accelerazione dei processi giudiziari con implementazione di misure atte a ridurre la congestione giudiziaria e l’accelerazione dei tempi dei procedimenti, anche attraverso l’uso della tecnologia digitale; riforma del settore penitenziario con miglioramento delle condizioni carcerarie e implementazione di politiche che favoriscano la riabilitazione e reinserimento in società dei detenuti; lotta continua contro la corruzione e la presenza di criminalità organizzata che influenzi il sistema giudiziario, richiedendo un costante impegno nel garantire l’efficacia applicazione della legge; necessario aggiornamento tecnologico per migliorare l’efficienza del sistema giudiziario ed evitare ritardi nei processi, che possano in questo modo influenzare la percezione della giustizia e ostacolare la dissuasione criminale, pertanto la creazione di un ambiente legale favorevole all’innovazione e che incoraggi gli investimenti e lo sviluppo di tecnologie; riforma del codice civile e del codice penale per poter garantire un adeguamento agli sviluppi sociali, garantendo una maggior chiarezza nelle leggi; riforma del sistema di immigrazione e asilo con la revisione delle leggi sull’immigrazione per affrontare le sfide legate all’integrazione dei migranti; aggiornamento e adattamento alle normative europee in tema di protezione dei dati per lo sviluppo di leggi più robuste nell’affrontare le crescenti preoccupazioni sulla privacy nell’era digitale; ultima ma non meno importante la riforma del lavoro e della sicurezza sociale per rispondere con chiarezza alle dinamiche del mercato del lavoro in continua evoluzione e garantire una maggiore sicurezza sociale. Queste otto proposte di riforme necessarie per affrontare le sfide del sistema giudiziario rappresentano solo alcune delle possibili riforme, che andrebbero considerate e sviluppate per le esigenze specifiche dell’Italia, ma non sono per nulla esaustive essendoci un’infinità di possibili approcci di riforma.